Tumori, Dna, cure e nuove sfide: il 23 maggio un convegno in UniBs

Lo organizza Fondazione Beretta: interverranno i professori Bardelli e Curigliano
Una ricercatrice in laboratorio
Una ricercatrice in laboratorio
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«Il cancro non viene più inteso come una malattia dell’organo dal quale proviene. È, infatti, il risultato di mutazioni del Dna». A spiegarlo – sottolineando quanto la ricerca scientifica abbia rivoluzionato, nel tempo, le terapie – è il prof. Giuseppe Curigliano, presidente dell’European society for medical oncology (Esmo), direttore della divisione Sviluppo di nuovi farmaci all’Istituto europeo di Oncologia (Ieo) di Milano, professore ordinario di Oncologia medica alla Statale di Milano nonché membro del comitato scientifico della Fondazione Beretta: «Conosciamo la biologia del tumore, ne sequenziamo il Dna. E riusciamo a personalizzare il trattamento sulla base del profilo mutazionale della malattia».

L’appuntamento

L’occasione per parlarne si presenterà domani, venerdì, nell’aula magna di Medicina dell’Università di Brescia: dalle 9.30 alle 12 l’ateneo ospiterà, infatti, il convegno che la Fondazione Beretta presieduta da Pietro Gussalli Beretta offre alla comunità con il patrocinio di UniBs e Spedali Civili. L’incontro, introdotto dal presidente Gussalli Beretta, prevede l’intervento del prof. Curigliano e la relazione del prof. Alberto Bardelli (professore ordinario di Istologia all’Università di Torino e direttore scientifico di Ifom, Istituto fondazione di Oncologia molecolare Ets di Milano) su come sia evoluta la ricerca scientifica e come abbia modificato le cure dei tumori al colon-retto.

Durante la mattinata sarà, inoltre, assegnato per la quarta volta il Premio Fondazione Beretta rivolto a giovani ricercatori per la miglior pubblicazione edita nel 2024 sul tema «Studio dei biomarcatori predittivi di risposta ai trattamenti con anticorpi coniugati nei tumori solidi e nelle neoplasie ematologiche». Tutti i cittadini possono partecipare.

Colon-retto

Come spiega il prof. Curigliano la sfida ora consiste nel «personalizzare i trattamenti evitando sovratrattamenti: il prof. Bardelli sta eseguendo studi scientifici circa la possibilità di non eseguire ulteriori trattamenti in pazienti oncologici che hanno già subìto operazioni chirurgiche e non presentano Dna tumorale circolante accertabile attraverso il prelievo di sangue periferico». Il tema verrà toccato anche nel corso del convegno il cui focus sarà, appunto, il tumore al colon retto che, stando alle stime dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, rappresenta il 10% di tutti i tumori diagnosticati nel mondo, ed è terzo per incidenza dopo il cancro del seno femminile (11,7%) e il cancro del polmone (11,4%). In Italia colpisce ogni anno 50mila persone. «Fondamentale – aggiunge il prof. Curigliano – è la diagnosi precoce».

Terapie

Dalla Fondazione Beretta ricordano che una delle strategie terapeutiche più promettenti per i pazienti oncologici è rappresentata dalle terapie a bersaglio molecolare: «L’efficacia di queste terapie è purtroppo limitata dallo sviluppo di resistenza, primaria o secondaria. Comprendere in che modo i tumori riescono ad opporre resistenza ai farmaci è pertanto critico per rendere le terapie a bersaglio molecolare più efficaci e offrire ai pazienti qualità e aspettative di vita superiori. Un gruppo interdisciplinare costituito da esperti in oncologia medica, fisica, biologia e medicina computazionale ha sviluppato un programma per rispondere a queste domande concentrandosi sul tumore del colon-retto». Se ne parlerà, appunto, nel corso del convegno.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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