Papillomavirus: «Facile infettarsi, ma abbiamo le armi per difenderci»

Lo spiega il ginecologo della Poliambulanza Lorenzo Agoni in un libro: la copertura vaccinale è attorno all’85%
Il vaccino per il papillomavirus - Foto Regione Lombardia © www.giornaledibrescia.it
Il vaccino per il papillomavirus - Foto Regione Lombardia © www.giornaledibrescia.it
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«Otto persone su dieci, sotto i 45 anni, contraggono l’infezione da Hpv». A dispetto di quanto si possa immaginare, infatti, il Papillomavirus è molto diffuso: «Nel 95% dei casi si trasmesse per via sessuale, ma esistono anche altri modi per infettarsi». A metterlo in evidenza è Lorenzo Agoni, ginecologo della Poliambulanza autore del nuovo «manuale di autodifesa per pazienti alle prime armi» dal titolo «Combattere il Papillomavirus (Hpv)». Un libro destinato a tutti (adulti, giovani, medici di base…) in cui, con una parvenza di leggerezza, viene affrontato un tema complesso allo scopo di offrire gli strumenti per «conoscere il nemico e difendersi».

Il nemico, ovviamente, è l’Hpv responsabile dei tumori della cervice uterina, ma anche di altre parti del corpo, come l’orofaringe. «Di quell’80% di donne e uomini che sotto i 45 anni contraggono l’infezione - spiega Agoni - fortunatamente solo una piccola percentuale sviluppa lesioni pretumorali, che nell’80% dei casi guariscono spontaneamente e nelle restanti situazioni ci mettono anni prima di diventare tumori». Da qui l’importanza degli screening che consentono di intercettare in maniera precoce la presenza del virus e le eventuali lesioni pretumorali sulle quali «si può intervenire in anestesia locale».

I test

Esistono due tipi di test: il Pap test (da effettuare ogni tre anni) viene proposto alle donne tra i 25 e i 29 anni; il test Hpv (da effettuare ogni cinque anni) è, invece, rivolto alle donne tra i 30 e i 64 anni. Esiste poi un altro esame, di secondo livello, che è la colposcopia. Gli screening sono utili per la diagnosi precoce. Ma, prima ancora, è importante la prevenzione che si fa con il vaccino, «unico modo per evitare l’infezione: copre 9 ceppi (su 200), 7 dei quali coprono un teorico del 90% dei tumori, gli altri 2 coprono un teorico del 90% dei condilomi genitali». In Lombardia – come leggiamo sul sito di Ats Brescia – la vaccinazione viene offerta gratuitamente alle ragazze e, dall’anno di nascita 2006, anche ai ragazzi di 11-12 anni con chiamata attiva da parte dei centri vaccinali delle Asst.

La somministrazione resta gratuita fino ai 26 anni (per le ragazze a partire dalle nate nel ’97 e i ragazzi a partire dai nati nel ’98) su richiesta degli interessati. Alle donne non vaccinate, in occasione dello screening alla cervice uterina, che si fa a 25 anni, viene nuovamente offerto il vaccino anti-Hpv. Per quelle vaccinate entro i 15 anni lo screening inizia a 30 anni con il test Hpv.

I dati

Come dimostrano i dati di Ats Brescia, la quota di persone che, convocate, si sottopongono alla prima di due dosi di vaccino si aggira attorno all’85% (72,3% per la coorte di nascita 2013 attualmente in chiamata). Il numero assoluto di coloro che aderiscono alla somministrazione ha fatto un balzo dall’anno dalla coorte di nascita 2006 (passando da 5.663 a 12.061) ossia in corrispondenza dell’estensione della campagna anche al sesso maschile. Per Agoni si potrebbe fare di più: «Per fermare la circolazione del virus la copertura vaccinale dovrebbe salire al 90-95%».

Il ginecologo affronta questi temi nel libro che ha reso avvincente e di facile lettura ricorrendo a storie, citazioni filosofiche, fumetti e metafore ispirate alle arti marziali. Con la collega Manuela Lomini, interviene inoltre nelle scuole come volontario della Lilt Brescia per informare e sensibilizzare i giovani sull’importanza della prevenzione. L’obiettivo è far capire «che il virus può essere ovunque, ma abbiamo le armi per difenderci». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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