Ipnosi e oncologia: a Gavardo la sperimentazione per la gestione del dolore

Si è concluso il progetto, tra i primi in Italia, che aveva come obiettivo quello di migliorare la qualità della vita dei pazienti attraverso tecniche non invasive
La sperimentazione ha riguardato pazienti donne - Foto unsplash.com
La sperimentazione ha riguardato pazienti donne - Foto unsplash.com
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Si è concluso all’Ospedale di Gavardo il progetto sperimentale per integrare l’ipnosi nel trattamento del dolore oncologico. Si tratta di un’iniziativa innovativa, tra le prime in Italia in ambito ospedaliero, che si propone di valutare l’efficacia di tecniche ipnotiche come strumento complementare alle cure tradizionali.
Il percorso, avviato a marzo e conclusosi a fine maggio, ha coinvolto un gruppo selezionato di otto pazienti oncologiche in prevalenza di età compresa tra i 70 e gli 80 anni, con dolore resistente alle cure. Coloro che hanno partecipato si sono sottoposte a due sedute individuali al mese, della durata di 45 minuti, durante le quali sono state accompagnate in uno stato di rilassamento profondo. Durante la seduta è stato anche insegnata loro l’autoipnsoi, mediante esercizi di visualizzazione.

Il metodo

Il progetto nasce dalla collaborazione tra il bresciano Efrem Sabatti, docente di ipnosi e autore di numerose pubblicazioni di manuali di autoaiuto, anche in ambito oncologico e Giancarlo Russo, fisioterapista e neuro-riabilitatore, ipnotista da più di trent’anni con formazione internazionale e unico italiano a partecipare ai congressi mondiali sull’ipnosi. Due figure con esperienze complementari che condividono una visione: affiancare alla medicina strumenti capaci di attivare le risorse interiori del paziente. Determinante, in questo senso, il sostegno ricevuto dalla direzione sanitaria dell’Ospedale di Gavardo che ha accolto con favore l’iniziativa. Una scelta non scontata, che riflette sensibilità e apertura verso percorsi innovativi, orientati all’umanizzazione della cura e alla personalizzazione dell’intervento terapeutico.

Efrem Sabatti e Giancarlo Russo - © www.giornaledibrescia.it
Efrem Sabatti e Giancarlo Russo - © www.giornaledibrescia.it

L'esperienza

«Le persone coinvolte hanno mostrato una partecipazione attiva e una sorprendente determinazione – raccontano Sabatti e Russo – un dato non scontato, considerando che si tratta di pazienti anziane, spesso provate da trattamenti pesanti come la chemioterapia e dolori cronici. Il fatto stesso che abbiano scelto di mettersi in gioco, sperimentando su di sé un metodo nuovo, rappresenta già un risultato significativo». Una di loro ha confidato di «star imparando a settant’anni a prendersi cura di se stessa». Una frase semplice che restituisce il senso profondo dell’intero progetto. «All’estero – spiegano ancora – l’ipnosi è da tempo utilizzata in ambito ospedaliero e supportata da una vasta letteratura scientifica. Il suo valore risiede nella capacità di affiancare senza sostituire le cure tradizionali, stimolando l’autonomia del paziente attraverso pratiche non invasive». Un primo passo concreto, dunque, verso una medicina sempre più attenta alla persona nella sua interezza: corpo, mente e vissuti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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