Cosa si nasconde nelle etichette dei cibi: la «ricetta» per scovarlo

L’ha fornita Ats Brescia in Sala Libretti: «Vanno lette sempre, è tutto tempo investito in salute»
L'incontro in Sala Libretti - © www.giornaledibrescia.it
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Interviste al supermercato: lei legge le etichette dei prodotti alimentari? «Sì, cerco la provenienza e il contenuto di grassi saturi», risponde una donna nel reparto dei freschi. Un uomo, con tutta sincerità, dice «no, vado sempre di fretta». In molti ammettono di porre lo sguardo solo sulle scadenze. Una cliente si ritiene «attenta. Per forza: ho un nipote allergico». Poi c’è chi si lamenta perché «sono piccolissime: non le vedo neanche con la lente d’ingrandimento». Leggerle, però, è importante per fare una scelta d’acquisto (e di consumo) consapevole. L’ha sottolineato anche Ats Brescia presentando nella diretta streaming di lunedì dalla Sala Libretti del GdB la «ricetta» per scovare ciò che si nasconde in parole e numeri non sempre comprensibili.

Il vademecum

Introdotto dal direttore generale Claudio Sileo, il dietista di Ats Daniele Nucci ha risposto alle domande di Nunzia Vallini, direttore del GdB, interagendo pure con le tante persone presenti.

La prima raccomandazione emersa riguarda l’effetto alone: «Spesso – ha spiegato Nucci – si è portati ad avere un’impressione positiva di un alimento sulla base soltanto di una prima impressione data da un claim o da un disegno piazzati in bella vista sulla confezione. Bisogna, invece, andare sempre in profondità». Per scoprire, ad esempio, che un prodotto apparentemente «sano» come i cereali della colazione in realtà può essere ricchissimo di sale. Ingrediente assolutamente da monitorare in una dieta equilibrata. Così come gli acidi grassi saturi («Il consiglio è di stare sotto il grammo e mezzo su 100 di prodotto») e lo zucchero («Bene i prodotti che ne contengono meno di 5 grammi su 100 di prodotto»).

Cercare i numeri, a tal proposito, è meglio che fermarsi alle parole: «Basso contenuto di zuccheri» ha infatti un significato diverso rispetto a «Ridotto contenuto di zuccheri» e «Senza zuccheri aggiunti»: «Nel primo caso – ha sottolineato il dietista – si è sotto i 5 grammi; nel secondo il prodotto contiene almeno il 30% in meno di zuccheri rispetto ad articoli simili; nel terzo nessuno zucchero è stato aggiunto in fase di produzione, ma ciò non significa che gli zuccheri non siano già presenti naturalmente».

Scadenza e conservazione

E ancora: rimanendo nel campo delle definizioni, Nucci ha chiarito la differenza tra «data di scadenza» e «termine minimo di conservazione (Tmc)»: «La prima indica il giorno in cui il produttore non è più in grado di garantire la sicurezza dell’alimento. La seconda è la data fino alla quale un prodotto conserva le sue proprietà specifiche; nulla vieta di consumarlo anche dopo, ovviamente conservandolo correttamente».

Infine dall’incontro è emerso che non tutti sanno che l’elenco degli ingredienti viene stilato in ordine decrescente e quindi il primo è quello più presente nell’alimento. Quelli in grassetto sono gli allergeni: uova, cereali con glutine, sedano, senape e, tra gli altri, l’anidride solforosa «che dà un bel colore alle albicocche secche».

In generale – ecco un’ultima raccomandazione – è da preferire un prodotto con una lista di ingredienti corta: «Quella lunga – conclude – è tipica degli alimenti ultra-processati».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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