Sala Libretti

«Il bosco di Mila», il giallo bresciano già verso il sequel

Presentato in Sala Libretti il thriller che da giovedì 14 settembre sarà in vendita esclusiva con il nostro giornale
  • La presentazione del thriller «Il bosco di Mila» in Sala Libretti
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Un giallo italiano scritto da una donna. E già questo - nel Nord Europa ad esempio la pattuglia delle gialliste è nutrita, nel Belpaese meno - è un tratto che si fa notare. E in più, anche il commissario capo protagonista appartiene all’altra metà del cielo. Si chiama Vittoria Troisi, ed è stata catapultata per lavoro da Roma a Brescia. La Leonessa d’Italia è lo scenario de «Il bosco di Mila», edito da Libromania, che Irma Cantoni, bresciana doc, ha presentato ieri nella Sala Libretti, nella sede del nostro quotidiano.

E proprio con il Giornale di Brescia il romanzo, premiato come miglior testo del concorso «Fai viaggiare la tua storia», organizzato da Libromania con Autogrill DeA Planeta Libri e Newton Compton Editori, sarà in vendita da giovedì 14 settembre in esclusiva per tre settimane (solo dopo arriverà nelle librerie) al prezzo di 8,90 euro.

A fare gli onori di casa, il vicedirettore del Giornale di Brescia, Gabriele Colleoni, che ha introdotto l’autrice e Karen Nahum, digital director di DeA Planeta Libri. Che ha annunciato: «La Cantoni sarà la madrina della seconda edizione del concorso». La Troisi, trasferita a Brescia da Roma solo l’estate prima (l’avvio del romanzo è la notte di Santa Lucia) si trova a sbrogliare la matassa della scomparsa di una bimba, Mila, svanita nel nulla durante una gita scolastica, nel bosco di Mompiano. Una romana trasferita a Brescia la protagonista, una bresciana che per 4 anni ha vissuto all’ombra del Cupolone la scrittrice.

Il romanzo è nato nell’ultimo periodo in cui la Cantoni abitava a Roma. «Scrivevo il mattino presto al tavolo della colazione», ha svelato l’autrice.

Mila appartiene ad una delle famiglie più ricche della città, i Morlupo. La Troisi è donna attenta e diligente, incatenata a fantasmi del passato. E poco fortunata in amore. Al suo fianco il suo vice, il giovane agente Mirko Rota: il loro rapporto - Rota ha un carattere spigoloso - è conflittuale, ma con una buona dose di umorismo.

«Quando arriva a Brescia, Vittoria è completamente spaesata. È stata una delle prime donne commissario in Polizia. E questo ci dice molto del suo carattere, determinato e testardo», ha detto la Cantoni della sua Vittoria. Che ha pure delle visioni, e un alter ego che talvolta compare. Una visionarietà che deve molto, lo ha ricordato la Cantoni, «al mio percorso ventennale nella meditazione buddista».

Attorno alla Troisi, verità sussurrate, vendette e rancori mai sopiti che risalgono agli anni di piombo e all’epilogo della Seconda guerra mondiale. E luoghi, la sua Brescia, con scorci come il Museo di Santa Giulia e il rifugio dei Gnari de Mompià, e il suo animo multietnico (c’è pure la comunità cinese), la Germania della Ddr, in cui da giovane è stata per uno scambio culturale, la Bagolino della bisnonna Agnese, a comporre una geografia che diventa trama.

«A Roma pensavo alla mia città. E forse da questo senso di malinconia nasce la voglia di raccontare quel che non è lì con te». E pure il desiderio di far scivolare l’inchiostro sulla pagina, per «togliere i sigilli al linguaggio», da vera sognatrice di parole. Che è già pronta a far tornare Vittoria: il sequel de «Il bosco di Mila» è in divenire sulla sua scrivania.

 

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