GdB & Futura

Montare impianti a distanza? Lo smart working secondo A.I.

Giuliano Baglioni e i suoi hanno sperimentato: hanno montato impianti a distanza, al di là dell'oceano
QUANDO LA CRISI AGUZZA L'INGEGNO
AA

Quando ci diciamo che niente sarà come prima, altrettanto spesso ci interroghiamo con un sì, d'accordo, ma in che senso? Il ripeterci come un mantra che tutto cambierà rischia di annullare la percezione che, almeno qualcosa, cambierà. Perché se tutto cambia, niente cambia. Ma se qualcosa cambia allora sì è facile che una svolta ci sia.

Breve digressione parafilosofica sul mondo a.C. (ante Covid) e sul dopo, almeno quando ci saremo in pieno nel dopo. Che cosa e come cambierà, per fare un esempio, il modo di fare azienda, di stare in azienda, quali funzioni intaccate dal virus dovranno cambiare? Per esempio lo smart working. No,non quello nei servizi (abbastanza intuibile) ma in fabbrica che cavolo significa smart working. Non è facile immaginare di tirar viti dal pc. Epperò qualcosa si è mosso e questo - intuitivamente - ce lo porteremo dietro, almeno in buona parte e forse per sempre.

Siamo alla A.I. Automazioni Industriali di Nave. Il nome dichiara da subito quel che qui si fa: automazione industriale, impianti robotizzati e di asservimento e presse elettriche; una ottantina di addetti complessivamente, oltre 13 milioni di fatturato per il 70% (direttamente o indirettamente) all'export. E siamo qui perché Giuliano Baglioni e i suoi hanno sperimentato, per l'appunto, uno smart working un po' particolare: hanno montato impianti a distanza, al di là dell'oceano. Non l'avrebbero mai detto prima del Covid, non si erano mai trovati costretti a provare un simile esperimento. E invece... E invece ha funzionato e sta funzionando «alla grande» dice Baglioni.

Marzo-aprile scorsi, pandemia a mille, i timori e le paure che ci ricordiamo, in A.I. decidono, prima di costrizioni ufficiali, di chiudere. Poi sono cominciate ad arrivare le pressioni dei clienti, soprattutto gli esteri, affinchè gli impianti spediti venissero installati. Che fare? Contando sul fatto che anche di impianti per produrre valvole per ossigeno si trattava, dopo qualche settimana si può rientrare. A turni. Riparte timidamente la produzione e intanto nasce questa idea del provare a far montare gli impianti spediti (in questo primo caso in Canada) tramite smart working: da Nave si controllava il lavoro tramite web cam, i canadesi montavano i macchinari e installavano i software seguendo le indicazioni dei tecnici di Nave. E la cosa ha funzionato a tal punto che la stessa modalità la si è utilizzata per impianti spediti negli Usa, in Bielorussia, in Turchia, presto in Thailandia.

Va da sé che per far questo serve anche altro oltre alla semplice web cam. Per esempio, serve avere dimestichezza con i sistemi di realtà aumentata che ti consentono - banalizzo un po' - di vedere dentro quegli impianti. Ma - e questa è la sostanza - la cosa è possibile ed è possibile anche per chi non è un colosso industriale. «Sono stato sorpreso anch'io dalla cosa - commenta Giuliano Baglioni - ma questo significa che, se vuoi, puoi. Per una serie di circostanze il mondo era ed è pronto a provare questa nuova modalità di lavoro: da una parte la costrizione del Covid, dall'altra una tecnologia ormai sperimentata hanno fatto sì che alcune cose possano accadere».

Ma sarà così anche nel futuro prossimo? «Penso di sì, magari non con questa intensità ma la cosa andrà avanti. Ormai, on line non si fanno più solo contatti preliminari, non si fissano più appuntamenti dal vivo (peraltro ad oggi impossibili, di fatto). Mio cognato Giovanni Giovi (responsabile commerciale) ormai vende impianti, sistemi di automazione on line. Era difficile immaginare tutto questo all'inizio dell'anno. E anche questo resterà».

A conti fatti, come chiuderete il 2020 e che previsioni avete per il 2021? «Saremo sui livelli 2019 (che per noi aveva significato un +20% sull'anno prima) il che, considerando il fermo produttivo di primavera, è un buon dato. Il 2021 sarà un anno di grande effervescenza, per noi ma credo per molte aziende. Sono decisamente ottimista. L'economia va meglio di quel che si pensa». Il che - direi in conclusione - è un ottimo tonico d'inizio anno.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia