GdB & Futura

Le città-laboratorio per idee di crescita digital e sostenibile

Serve giocare d’anticipo, poiché nel 2050 il 66% della popolazione vivrà in aree metropolitane
Le città del futuro dovranno essere ecosostenibili
Le città del futuro dovranno essere ecosostenibili
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Nel 2050 le persone che vivranno nelle città saranno 6,7 miliardi, ovvero circa il 66% della popolazione mondiale, quasi il doppio rispetto a dieci anni fa (3,6 miliardi). Questa crescita inarrestabile dell’urbanizzazione non è però priva di ombre, dato che le grandi metropoli consumano oggi il 75% dell’energia e producono i due terzi di gas serra a livello mondiale.

È quindi innanzitutto qui, nelle città, che andrà giocata la sfida per un futuro più sostenibile. Ne è convinto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, che nel suo intervento all’ultimo dei webinar #Youth4ClimateLiveSeries venerdì scorso ha spiegato come l’urbanizzazione rappresenti oggi un’opportunità da non perdere per promuovere la svolta green del Pianeta.

E infatti il programma ambientale che verrà seguito durante la presidenza italiana del G20 si baserà proprio, ha detto il ministro, «sul ruolo delle città come un laboratorio strategico per la crescita sostenibile, combinando transizione energetica ed azione climatica verso uno scenario di zero emissioni nette». Come? Attraverso «un ampio ventaglio di soluzioni innovative», che prevede una maggiore efficienza «tramite progetti di ammodernamento e rinnovabili, batterie di piccola scala, mobilità sostenibile a livello pubblico e privato, tecnologie energetiche digitali».

Da queste parole è quindi chiaro che nella transizione ecologica - a cui il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede di assegnare 69 dei 209 miliardi di euro complessivi del Next Generation Eu - sarà fondamentale la parte del digitale e delle nuove tecnologie. La vecchia contrapposizione digitale-ambiente viene superata da un approccio direttamente collegato al concetto di smart city, che non a caso è tornato al centro del dibattito in quest’ultimo anno. Questo perché esistono già numerose tecnologie che possono essere impiegate a favore della riduzione dell’impatto ambientale delle città. Pensiamo alla domotica e all’Internet delle cose, che permettono di monitorare, automatizzare e ottimizzare l’uso dell’energia negli edifici, responsabili, secondo la Guida pratica Enea per l’efficientamento energetico delle abitazioni, di più del 36% delle emissioni di gas serra.

Un’altra svolta importante verso città più sostenibili verrà da un ricorso maggiore alle rinnovabili, oggi più accessibili anche grazie al bonus fotovoltaico previsto dal decreto Rilancio, con la possibilità di installare impianti controllabili a distanza grazie a piattaforme digitali. Un altro esempio, cui fa riferimento anche Cingolani, è naturalmente la mobilità sostenibile, che vede oggi investimenti ingenti per tecnologie e infrastrutture per elettrico e idrogeno.

 

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