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Crollano le azioni di Meta, ma Instagram e Facebook restano gratuite

L'azienda sta sperimentando nuovi prodotti e si guarda con attenzione cosa accade a Tik Tok, che sta testando degli «abbonamenti» per i creator
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Dall’inizio dell’anno Meta, il gruppo di Facebook, Instagram, WhatsApp, ha perso quasi il 60% del suo valore finanziario. Dopo il tonfo di inizio anno la valutazione del titolo azionario non si è più ripreso e, per la prima volta nella storia dell’azienda, si sono visti cali nelle entrate. Il secondo trimestre dell’anno è stato chiuso con il segno meno sul fatturato (-1% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno) ed un calo del 36% degli utili.

A pesare sono, da un lato, la diminuzione delle inserzioni pubblicitarie che, ancora oggi, coprono ben il 98% delle entrate del colosso americano, dall’altro, le perdite della nuova divisione Reality Labs (quella che dovrebbe realizzare i sogni del metaverso di Mark Zuckerberg). Divisione che sta incassando «poco» ma sta spendendo molto: ha generato 452 milioni di dollari di ricavi nel secondo trimestre, ma ha contribuito a una perdita operativa di 2,8 miliardi di dollari. Le previsioni, poi, non sono rosee. Gli analisti di mercato, e l’azienda stessa, prevedono un ulteriore calo dei ricavi e degli utili in questo terzo trimestre di attività. Calo ulteriore che potrebbe ripercuotersi sulle prestazioni economiche annuali ed incidere negativamente sul già difficile andamento finanziario.

Il calo della valutazione del titolo di Meta
Il calo della valutazione del titolo di Meta

Fine di un’epoca. Non proprio

La fotografia non sembra delle migliori, ma i numeri economici di uno o due trimestri in calo non definiscono certo la fine di un’epoca per un’azienda, e nemmeno la perdita del valore delle proprie azioni, soprattutto per una realtà come Meta che ha molto denaro da poter investire.Meta ha un’enorme disponibilità di liquidità in bilancio (35,8 miliardi di dollari di flusso di cassa libero), oltre ad avere un «bottino» di oltre 40 miliardi di dollari in denaro contante, altri strumenti monetari e titoli negoziabili. L’azienda sta poi «approfittando» del basso valore delle azioni e sta spendendo miliardi di dollari per riacquistare i propri titoli azionari. Nel secondo trimestre la Big Tech si è ricomprata le proprie azioni per circa 5 miliardi, ed ha ancora diritto di riacquistarne per oltre 20 miliardi.Se il titolo tornasse a crescere, l’investimento fatto in questi mesi frutterebbe parecchio all’azienda.

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Facebook e Instagram a pagamento? No, non è così

Se sul piano finanziario il colosso corre ai ripari riacquistando le proprie azioni, sul piano economico le cose sono un po’ più complesse da risolvere. Il fatto di avere un modello di business quasi completamente dipendente dalle inserzioni pubblicitarie non aiuta. Sebbene John Hegeman, vicepresidente della monetizzazione di Meta, in una recente intervista rilasciata al magazine americano The Verge, abbia ribadito che l’azienda è ancora focalizzata sulla crescita degli introiti pubblicitari e non ci sono all’orizzonte piani di pagamento per consentire alle persone di non vedere gli annunci, la nascita di un nuovo gruppo di lavoro denominato «New Monetization Experiences» ha fatto subito scattare l’allarme.

Sono tornate fulminee le discussioni online sul futuro «a pagamento» delle app Facebook e Instagram. A far scattare le solite preoccupazioni, che tornano ciclicamente, le parole stesse di Hegeman: «Intravediamo opportunità per creare nuovi tipi di prodotti, funzionalità ed esperienze per le quali le persone sarebbero disposte a pagare e sarebbero entusiaste di farlo».

Il fatto di non aver chiarito, in dettaglio, quali potrebbero essere questi prodotti e funzionalità, ha riacceso le voci che circolano da tempo sul fatto di portare a pagamento le due app di social networking.  Ma nelle parole del manager non c’è alcuna traccia di ciò. Hegeman ammette che l’azienda sta monitorando e analizzando cosa succede nel settore (il riferimento è a TikTok che ha iniziato a testare gli abbonamenti attraverso i quali gli utenti possono supportare i propri creator preferiti), dicendo che pensa ci siano esempi interessanti da cui trarre spunto per imparare ed emulare nel tempo. Ma non aggiunge altro. Anzi, ribadisce che le entrate di Facebook e Instagram continueranno ad arrivare dalla pubblicità.

Niente allarmi, per ora. Non saranno le app ad essere a pagamento, ma eventuali nuovi funzionalità inserite in esse.

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