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A Tokyo in 2 ore: impresa possibile con il motore ideato da Alberto

Premiato a Parigi da ArianeGroupe il progetto del 21enne bresciano e del team Fast del Politecnico
Il bresciano Alberto Chiozzi con gli studenti del team Fast del Politecnico di Milano - © www.giornaledibrescia.it
Il bresciano Alberto Chiozzi con gli studenti del team Fast del Politecnico di Milano - © www.giornaledibrescia.it
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Roma-Tokyo in due ore: impresa impossibile? Non per il potentissimo motore progettato da Alberto Chiozzi, studente bresciano di Ingegneria aerospaziale, insieme ai colleghi del Politecnico di Milano.

Un motore che la ArianeGroupe, compagnia specializzata nientemeno che nella costruzione di lanciatori europei, ha premiato il mese scorso a Parigi nell’ambito dello «Student Aerospace Challenge».

«Il nostro motore multiuso ipersonico si chiama Trinity - racconta il 21enne diplomato al Luzzago che ha pure trascorso un anno a Taiwan per imparare il cinese - ed è in grado di trasportare cento passeggeri e merci in tutto il pianeta con una velocità e una facilità senza precedenti. I razzi, al momento, possono essere lanciati in orbita solo da zone specifiche della terra perché fanno rumore e inquinano. Questo sistema, invece, potrebbe decollare da qualsiasi aeroporto in quanto ha un basso impatto dal punto di vista sia sonoro sia ambientale».

A idrogeno

Il motore a idrogeno progettato da cinque studenti - © www.giornaledibrescia.it
Il motore a idrogeno progettato da cinque studenti - © www.giornaledibrescia.it

Nel dettaglio il Trinity «è lungo sette metri, viene alimentato a idrogeno e fa leva su tre modalità di propulsione già esistenti combinate in modo compatto ed efficiente. È infatti composto da un turbofan che consente decolli convenzionali e crociere subsoniche con consumi relativamente bassi; un ramjet, ossia un motore che fornisce l’elevata spinta richiesta per un’elevata velocità supersonica; e un razzo, l’unico modo di propulsione utilizzabile fuori dall’atmosfera per il volo suborbitale».

Perché, ecco una curiosità, il Trinity garantisce un’esperienza «spaziale»: permetterebbe di superare la linea immaginaria di Karman che divide l’atmosfera terrestre dallo spazio esterno. Difficile stimare il suo costo.

Alberto l’ha progettato insieme agli studenti del team Fast (Fast AeroSpace Transportation) Lorenzo Beggio, Mattia Gabriele Bertolini, Alessandro Castelvetri e Luca Colombo con la supervisione del prof. Roberto Andriani e il sostegno di Polispace, GasTurb GmbH e Ansys. I cinque giovani presto torneranno a Parigi per presentarlo al Congresso internazionale dell’astronautica.

Il 23enne di Brescia con la passione per lo spazio non è nuovo a questo tipo di imprese: sempre con alcuni studenti del Politecnico un annetto fa ha presentato allo Iac di Dubai un progetto di missione utile a raggiungere Marte, prelevare tre chili di ghiaccio, portalo in Italia e studiarlo per carpirne i segreti. Ora vuole portare tutti a Tokyo, in due ore naturalmente.

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