Scuola

Covid, a settembre si tornerà in classe con la mascherina

Per gestire il ritorno a scuola in sicurezza gli esperti consigliano una strategia semplice basata su test, tracciamento e isolamento
Uno studente in classe con la mascherina - © www.giornaledibrescia.it
Uno studente in classe con la mascherina - © www.giornaledibrescia.it
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A settembre si tornerà tutti in classe e tutti dovranno portare ancora la mascherina. Pochi sono i dubbi su questo punto, sia perché, anche se la stragrande maggioranza dei docenti e del personale scolastico si è vaccinato contro il Covid, non è così per i giovanissimi: una parte a settembre avrà avuto inoculato il vaccino, ma molti non ancora. Sia anche perché, se le mascherine possono essere abbassate da fine mese all'aperto, non possono esserlo al chiuso e quindi in una classe.

Del resto sul punto già nei giorni scorsi il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario all'emergenza, era stato chiaro: «L'architrave del discorso scuola, per riaprirla in massima sicurezza in presenza, è quello della vaccinazione, poi continueremo con il tracciamento e il diradamento, per questo all'inizio del prossimo anno scolastico sarà necessaria ancora la mascherina insieme ad ulteriori misure per mitigare i rischi». Il commissario ha anche messo in guardia i presidi: dovranno «rendere sicura la permanenza» a scuola dei bambini e dei ragazzi che sceglieranno di non vaccinarsi.

Intanto in queste ore si è svolta una ricognizione che ha visto riuniti esperti della Salute, dell'Istruzione e dell'Istituto superiore di sanità in vista delle regole che andranno applicate per il rientro a scuola a settembre. Oltre alla mascherina, l'altra certezza è che servirà continuare ad applicare il metro di distanza tra gli allievi seduti ai banchi. Non a caso il governo ha stanziato quasi 1 miliardo per garantire sanificazioni, spazi, aule e più trasporti alla ripresa della scuola il prossimo anno scolastico: 350 milioni li avranno le scuole statali per le misure necessarie a garantire la sicurezza negli ambienti scolastici, altri 50 milioni per gli stessi interventi sono stati dedicati alle paritarie; gli Enti locali disporranno di 70 milioni per l'affitto di locali e il noleggio di strutture temporanee per aumentare il numero di aule; 450 milioni sono stati stanziati per potenziare i servizi aggiuntivi di trasporto scolastico e le scuole potranno accedere al fondo di 50 milioni per gli spostamenti casa-scuola-casa del personale e degli studenti.

Il ministro Patrizio Bianchi assicura anche assunzioni, assegnazioni provvisorie e supplenze entro fine agosto, una accelerazione per giungere ad un quadro definitivo per l'avvio dell'anno scolastico già da inizio settembre. Ma su questo punto i sindacati appaiono molto insoddisfatti. «Le mascherine in classe a settembre andranno tenute per evitare di portare in giro il virus e le varianti - osserva Elvira Serafini che guida lo Snals -, ma siamo delusi perchè l'organico è rimasto quello che era: inutile avere spazi aggiuntivi se poi non ci sono gli insegnanti».

Francesco Sinopoli (Flc Cgil) dice di aspettare dal governo una convocazione per decidere insieme le misure da prendere per la ripresa a settembre, con la stesura dei protocolli, ma l'attacco è sul Dl Sostegni bis: «il tema è se questo Governo intende applicare il Patto sulla scuola - afferma - c'è grande confusione e arriveremo ad un impatto». Per Marcello Pacifico, presidente di Anief, «Per la ripresa dell'anno scolastico in sicurezza bisogna dotare le scuole di spazi adeguati e rivedere il numero di alunni per classi. Dopo un anno pieno di Dad sarebbe stupido pensare di abolire mascherine o ancora di fare didattica in distanza. Senza spazi adeguati, comunque, non ci sarà mai sicurezza».

Intanto gli esperti, come Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria all'Università di Parma e presidente della World Association for Infectious Diseases and Immunological Disorders (WAidid), consigliano una strategia semplice basata su test, tracciamento e isolamento - con uno screening costante all'interno degli istituti ogni 7-15 giorni e tamponi rapidi sul personale scolastico e sugli studenti - per individuare i soggetti asintomatici o presintomatici, contenere la trasmissione del coronavirus all'interno delle scuole ed evitare l'insorgenza di focolai familiari. Lo scorso anno scolastico se ne parlò molto ma poi non si attuò. 

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