Da Vinci 4.0

La quarta edizione di Da Vinci 4.0 è pronta a «salpare» verso il digitale

L’acqua sarà il tema del progetto: prima tappa il workshop coi docenti che si è svolto al GdB
La scorsa edizione dell’hackathon è stata vinta dal team Sciurus del Cerebotani di Lonato - © www.giornaledibrescia.it
La scorsa edizione dell’hackathon è stata vinta dal team Sciurus del Cerebotani di Lonato - © www.giornaledibrescia.it
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Crescere insieme significa capire i problemi, affrontarli anche quando questi sembrano insormontabili e provare a trovare per ciascuno una soluzione. Questa è la lezione più grande che il progetto Da Vinci 4.0 è riuscita a fornire a tutti i partecipanti nelle scorse tre edizioni, fossero studenti, docenti, aziende o isituzioni.

E con lo stesso spirito costruttivo, quell’animus multi e trans disciplinare che ha caratterizzato nel passato l’opera di Leonardo da Vinci, l’iniziativa ideata dal Giornale di Brescia e promossa insieme a The FabLab e Talent Garden è pronta per tornare a dialogare con le scuole bresciane.

Professori

Il primo passo di questo nuovo cammino è stato compiuto nella Sala Libretti del GdB e, prima novità dell’anno, a essere protagonisti sono stati i docenti: «Abbiamo capito che mancava un tassello, il rapporto con gli insegnati - le parole di Giulia de Martini, head of research di The FabLab -. Ci siamo infatti resi conto che uno dei massimi punti di forza del lavoro dei ragazzi è proprio il dialogo che si instaura tra professori e alunni».

Il workshop di apertura si è perciò mosso in questa direzione, coinvolgendo direttamente i docenti per farli entrare a pieno nella «maieutica» del percorso di Da Vinci 4.0.

«Il metodo è quello dell’educazione informale, dove i momenti di apprendimento non sono strutturati o codificati» ha spiegato Matteo Ordanini, insieme a Matteo Villa e Massimo Temporelli guida dei ragazzi durante la cavalcata del progetto. «Lo sforzo creativo richiesto ai giovani partecipanti è una leva educativa e formativa straordinaria - ha aggiunto il direttore del GdB Nunzia Vallini -. Questo progetto fa bene a tutte quante le parti coinvolte».

I partner

E non a caso il gruppo di sostenitori di Da Vinci 4.0 si è andato via via allargando. Accanto a partner «storici» come Banca Valsabbina e Confindustria Brescia e allo sponsor tecnico Giustacchini, si sono aggiunti altri soggetti: Carriere.it (sponsor tecnico), Ori Martin e da quest’anno anche Edison nella veste di main sponsor.

«Chi c’era dall’inizio ha voluto continuare a fornire il suo supporto - ha rimarcato de Martini -, con altri compagni di viaggio che si sono aggiunti. Questo per noi è motivo di grande orgoglio». Perchè Da Vinci 4.0 è cresciuto insieme ai ragazzi, affrontando anche una pandemia che ha restituito al progetto una dimensione phygital, fatta di incontri faccia a faccia e percorsi formativi online.

Al termine del percorso invece il tanto atteso hackathon la gara di progettazione che unisce tecnologia, arte, discipline umanistiche e capacità comunicative. «Il nostro sogno è trasformare questo appuntamento in un vero e proprio Festival di Da Vinci 4.0 - annuncia la fisica di The FabLab -, invitando anche gli altri studenti delle scuole partecipanti, i genitori e perchè no, persino del pubblico esterno».

Il workshop con i docenti in Sala Libretti - © www.giornaledibrescia.it
Il workshop con i docenti in Sala Libretti - © www.giornaledibrescia.it

E il cuore pulsante sarà ancora una volta il lavoro dei ragazzi, quei ragazzi che «l’anno scorso hanno stupito tutti» sottolinea Nunzia Vallini e che sono persino giunti ad esporre a Futura Expo: qui i vincitori del team Sciurus del Cerebotani hanno portato il loro totem mangia-smog Mossion, in rappresentanza di tutti quanti gli studenti iscritti alla terza edizione.

La sfida: l'acqua

Ora è tempo di voltare pagina e di guardare avanti. Nel corso del workshop con i docenti il team di The FabLab ha annunciato il tema della sfida di quest’anno: l’acqua. L’emergenza idrica è e sarà sempre più un problema per il mondo «ed è per questo che abbiamo voluto invitare gli studenti a trovare due soluzioni, una più prettamente tecnologica l’altra artistico-comunicativa, in grado di generare un impatto concreto o di esprimere un pensiero critico sul tema dell’acqua e delle riserve idriche».

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