Lesioni da trauma o esiti da Covid, un «cervello» fa tornare a camminare

Il recupero di deficit neuromotori facilitato dal metodo innovativo ideato dalla società Viktor, usato alla Domus Salutis di Brescia
Da sinistra lo specialista Luciano Bissolotti, la paziente Angela e il terapista Andrea Lacitignola - © www.giornaledibrescia.it
Da sinistra lo specialista Luciano Bissolotti, la paziente Angela e il terapista Andrea Lacitignola - © www.giornaledibrescia.it
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Un «cervello» per tornare a camminare e che rende le persone protagoniste della propria riabilitazione, gestendo la comunicazione tra sistema nervoso centrale e periferico. La tecnologia è stata messa a punto da una start up innovativa al Point di Dalmine - utilizzata in cinque importanti centri riabilitativi lombardi, tra cui la Domus Salutis di Brescia - e sarà presentato al World Forum for Medicine 2022 in programma dal 14 novembre a Düsseldorf.

L’inventore

Il dottor Viktor Terekhov (inventore della tecnologia) e l'ingegner Guido Gabbrielli hanno sviluppato il progetto della macchina in collaborazione con i clinici. Gabbrielli spiega: «Volevamo creare una tecnologia che migliorasse la qualità della vita di persone che, per diverse ragioni, hanno subìto una paresi. Abbiamo per questo sviluppato un metodo in grado di dialogare con il Sistema nervoso centrale attraverso l’erogazione di stimoli funzionali neuromuscolari mescolati al movimento attivo. In questo contesto - continua Gabbrielli - il paziente recita un ruolo attivo, fondamentale nel percorso riabilitativo».

Esistono molte apparecchiature utilizzare nella neuroriabilitazione e che si basano sulla stimolazione elettrica funzionale. «La differenza del nostro metodo è proprio data dal fatto che il paziente è una componente attiva dell’esercizio terapeutico e questo è finalizzato ad innescare meccanismo di neuroplasticità».

L’ingegner Gabbrielli parla con cognizione di causa. Qualche anno fa, come lui stesso racconta, ha subìto una lesione spinale a seguito di un incidente in moto. Danno fisico che, ad oggi, gli impedisce di muoversi in modo completamente autonomo. La macchina di nome VIK-16 è unica nel suo genere perché con la stimolazione neurale porta il paziente a muovere col tempo gli arti in maniera autonoma, ovviamente nei casi in cui la ripresa è possibile e non irreversibile.

L’innovazione

La Domus è uno dei centri in cui viene utilizzata la macchina VIK-16. Ne parla Luciano Bissolotti, direttore del Dipartimento di recupero e rieducazione funzionale di Fondazione Teresa Camplani- Casa di cura Domus Salutis: «Le più recenti metodiche di elettrostimolazione applicate al settore della neuroriabilitazione sfruttano la combinazione di correnti in grado di stimolare e assecondare la residua e spontanea capacità del paziente di effettuare un gesto in modo ripetuto più volte. Il moderno dispositivo di elettrostimolazione multicanale VIK-16 viene utilizzato quotidianamente nella nostra Casa di cura durante sessioni di trattamento degli arti inferiore e superiore in pazienti affetti da disabilità neurologica».

Le caratteristiche

L'innovativo macchinario per la riabilitazione - Foto tratta dalla pagina Facebook
L'innovativo macchinario per la riabilitazione - Foto tratta dalla pagina Facebook

Quali le caratteristiche del dispositivo VIK-16? «Presenta un elevato valore di usabilità e accettabilità sia in pazienti affetti da disabilità ben note al settore della riabilitazione sia in persone affette da sindromi neurologiche in esiti da Covid-19. La possibilità di impostare programmi di trattamento in grado di coinvolgere sino a sedici muscoli in modo coordinato e sequenziale permette di impostare simultaneamente il trattamento in modalità unilaterale e bilaterale, dell’arto superiore e di quello inferiore».

I programmi di movimento e di elettrostimolazione attivano sia le componenti del controllo motorio sia quelle del controllo sensitivo. La sola combinazione recepita dal sistema nervoso centrale, che stimola il processo di riattivazione delle capacità funzionali perdute in pazienti che soffrono di trauma o disfunzione neuromuscolare.

Movimenti complessi

«Il fatto di poter coinvolgere fino a sedici muscoli può indurre movimenti complessi e raffinati che donano grande specificità al trattamento riabilitativo - conclude il dottor Luciano Bissolotti -. Usando il dispositivo e i suoi protocolli di elettrostimolazione in pazienti affetti da esiti di ictus cerebrali, sclerosi multipla, traumi midollari, esiti di lesioni nervose o polineuropatie periferiche sensitivo motorie post-Covid, ci siamo resi conto dell’elevato livello di accettabilità e usabilità da parte dei pazienti coinvolti. Il trattamento può essere effettuato anche in condizioni dinamiche, ad esempio chiedendo al paziente di camminare, pedalare, alzarsi da una sedia o effettuare le scale con il supporto della concomitante e sincrona stimolazione elettrica funzionale del dispositivo Viktor. Una modalità che permette di aumentare qualità e quantità di trattamenti per ogni singolo paziente in riabilitazione».

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