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Scoprire la Maddala: un viaggio (interiore) sul monte di casa

Sentieri, immagini, storie: Raffaella Guerini ha raccolto in un sito una quantità incredibile di materiale sulla Maddalena
Un tramonto visto dalla Maddalena - Foto Raffaella Guerini
Un tramonto visto dalla Maddalena - Foto Raffaella Guerini
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Un po’ ci siamo abituati alle persone che prima di un’intervista avvertono «ma io sono un orso, non so cosa dire». Di solito, quando poi cominciano a parlare, non si sa più come interromperle. Raffaella Guerini, in arte Ella Bordeaux, rientra nella categoria: le va riconosciuto che la timidezza c’è, non è una posa, ma se si sente a suo agio Ella sa raccontare molte cose e per sentirsi a suo agio c’è un posto in particolare in cui deve stare: la Maddalena. Anzi, la Maddala, come la chiamiamo tra bresciani, a cui ha dedicato il sito www.maddala.it, la più stupefacente e completa guida al monte di casa che vi capiterà di trovare. Fotografie, descrizioni dei sentieri, informazioni su monumenti, attività sportive, luoghi magici, flora e fauna e ristoranti: Raffaella Guerini, art director e fotografa, ha esplorato ogni cosa. Sul serio: c’è tutto e tutto trabocca d’amore.

 

Raffaella Guerini
Raffaella Guerini

 

«Per me la Maddalena è un luogo dell’anima, un rifugio, una meraviglia che ricarica le energie», dice camminando verso la Cascina Margherita, mentre la seguiamo stando attenti a non inzaccherarci le scarpe. Più urbani e meno into the wild, non avevamo considerato il fango. Ella conosce bene il monte, invece, perché dal 2016 lo frequenta regolarmente, quasi ogni settimana, dopo essersene invaghita per caso, un giorno d’estate.

«Ho scoperto un mondo mai visto, anche se sono bresciana non l’avevo mai preso in considerazione. Però mi sono resa conto che c’erano poche informazioni a riguardo, mentre io volevo saperne di più, volevo capire tutto ciò che si può incontrare in questo parco sconfinato».

 

La Pozza del Fontanù, in Maddalena - Foto Raffaella Guerini
La Pozza del Fontanù, in Maddalena - Foto Raffaella Guerini

 

E così si mette a camminare, giorno dopo giorno, con la macchina fotografica, ricostruendo la rete dei sedici sentieri ufficiali («a volte sono segnati bene, altre peggio, ma in generale è difficile perdersi in Maddalena») oltre a quello della Resistenza e al Senter dei Brüsacc. Ha in programma un viaggio col marito, durante le vacanze estive, ma lo annulla per dedicarsi esclusivamente alla Maddalena. Tre settimane, full immersion. Se ve lo state chiedendo, alla fine lui non la lascia, accettando poi una cena in uno dei ristoranti in cima al monte come gesto distensivo. Il vantaggio, per Ella, è che la ricerca è a chilometro zero. Dopo i boschi, passa agli scaffali della biblioteca Queriniana, dai quali prende ogni libro in cui si parli di Maddalena raccogliendo un archivio di informazioni che aspettava solo di essere unito in un corpo solo. 

 

La Maddalena innevata - Foto Raffaella Guerini
La Maddalena innevata - Foto Raffaella Guerini

 

«È stato un viaggio fisico e allo stesso tempo interiore, stimolato dalla lettura di "Walden", di Henry Thoreau. Ogni pagina, ai miei occhi, parlava della Maddalena, anche se il libro è ambientato negli Stati Uniti». Parentesi: l’opera racconta sotto forma di diario i due anni di vita solitaria passati da Thoreau nella campagna del Massachussetts e ha influenzato un certo modo di intendere il rapporto con la Natura (quella con la N maiuscola) molto filosofico, in piena fusione con l’universo (riecco Into the wild, sia il film, sia il libro), in cui un fiore che sboccia diventa il centro del mondo. Però Ella non ha un’attitudine hippie, non si perde lungo il sentiero. Ama la speculazione, ma da brava bresciana vuole vedere il risultato: per un anno fotografa, studia, archivia, organizza tutto il materiale raccolto e quando è pronto lo carica sul blog, creato con Wordpress. Alla fine del 2017 maddala.it fa il suo debutto, raccogliendo le prime visualizzazioni. Che sono in aumento, tra l’altro, senza aver fatto alcunché per promuoverlo: quando un sentiero è tracciato, prima o poi c’è chi lo segue, per vedere dove porta.

 

La Maddalena è usata anche come palestra di roccia - Foto Raffaella Guerini
La Maddalena è usata anche come palestra di roccia - Foto Raffaella Guerini

 

«Mi sta a cuore il fatto che i bresciani conoscano la Maddalena, che ne apprezzino la ricchezza - commenta Raffaella Guerini -. Spesso viaggiamo per vedere luoghi che crediamo migliori di quelli in cui viviamo. Ma in realtà non guardiamo con gli stessi occhi ciò che ci circonda, non c’è la stessa curiosità. Volevo rendere onore a questo nostro monte».

Avanti, dunque, con la riscoperta di un luogo, delle sue storie, pure delle sue regole. Non essendo un’escursionista di lungo corso, ad esempio, Ella ha imparato col tempo che in montagna si saluta sempre e che il mondo si divide tra chi lo sa, e lo fa, e chi no. Naturalmente in Maddalena non è tutto un idillio, e anche noi in fondo ricordiamo quell’infausta gita con un amico lungo la Val Carobbio, abbandonata a metà per colpa delle schioppettate insistenti e vicinissime. E conosciamo bene i gitanti della domenica, quelli troppo caciaroni. E vediamo i rifiuti abbandonati, a volte piuttosto voluminosi. Al tempo stesso ci sono così tante cose da vedere, e così tante occasioni per farlo, che i disturbatori passano in secondo piano. Maddala.it ti prende per mano, in questa scoperta. Il vantaggio del sito, rispetto alla guida tradizionale, è che viene aggiornato costantemente, con immagini, curiosità e nuove storie. «C’è un modo per visitare questi luoghi ed è quello di mettersi in ascolto, di sentire il merlo, la cornacchia, il falchetto». In effetti li sentiamo, in lontananza. «Ascoltare fa bene allo spirito», conclude Ella, mentre anche il vento si mette a tacere.

 

 

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