Passione Meteo

Alla scoperta delle trombe d'aria: il meteoquiz

Sfatiamo alcuni falsi miti sul fenomeno atmosferico più violento e temuto
Un'immagine della tromba d'aria che il 3 luglio 1995 colpì i comuni di Cividino, Palazzolo sull'Oglio e Capriolo
Un'immagine della tromba d'aria che il 3 luglio 1995 colpì i comuni di Cividino, Palazzolo sull'Oglio e Capriolo
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Nel meteoquiz di una settimana fa abbiamo parlato di pioggia, ricordando l’incredibile record stabilito il 27 giugno 1958, quando il pluviometro dell’istituto Pastori rilevò la bellezza di 118,5 millimetri.

Un dato clamoroso, frutto di una perturbazione di rara intensità che colpì in pieno la nostra provincia, portando accumuli senza precedenti per questo periodo dell’anno.

Nei prossimi giorni avremo modo di commentare l’intensa (e anomala) ondata di caldo che giovedì raggiungerà il suo apice, ma nell’attesa andiamo alla scoperta del fenomeno atmosferico più temuto: la tromba d’aria. Purtroppo, quando si parla di vento, si corre il rischio di fare una gran confusione, quindi è bene chiarire subito che il termine tromba d’aria dev'essere usato solo ed esclusivamente in presenza del classico imbuto. Avete presente quel vortice scuro, che si forma alla base di un cumulonembo e raggiunge il suolo? La fotografia che vedete qui sopra ne mostra un chiaro esempio e, tra l’altro, riguarda proprio le province di Brescia e Bergamo: il 3 luglio 1995 una violenta tromba d’aria colpì i comuni di Cividino, Palazzolo sull'Oglio e Capriolo.

Durante alcuni temporali la velocità del vento può superare i 100 chilometri orari, sradicando alberi e causando gravi danni, ma è importante utilizzare una terminologia corretta. Ricordate, ad esempio, le supercelle dell’estate 2019? Le raffiche raggiunsero i 120 chilometri orari, ma non si formò nessuna tromba d'aria: furono raffiche lineari, note come "downburst".

Chiarito questo aspetto, smontiamo un altro falso mito: molti credono che questi eventi atmosferici siano una novità degli ultimi anni, ma non è affatto così. La storia delle trombe d’aria affonda le sue radici in epoche lontane, perchè si tratta di fenomeni che in Italia (e nel mondo) si verificano da secoli. Il 24 luglio 1930 la devastante “Tromba del montello” mise in ginocchio la provincia di Treviso, con decine di morti e danni incalcolabili, mentre il 23 luglio 1910 fu la Brianza a pagare il prezzo più alto, con 60 vittime. Sono solo due esempi, ma la lista potrebbe continuare: si stima che in Italia, ogni anno, si verifichino alcune decine di trombe d’aria e la pianura padana rappresenta uno dei teatri principali di questi fenomeni.

Ora, spazio al meteoquiz di questa settimana.

EMBED [Sapete che differenza c’è fra tornado e tromba d’aria?]

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