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«È un momento magico, da gestire in maniera corretta»

Paolo Chiari, presidente del Terziario Aib: forti incentivi e tempi stretti, il rischio bolla c’è
Paolo Chiari, presidente del Terziario Aib - © www.giornaledibrescia.it
Paolo Chiari, presidente del Terziario Aib - © www.giornaledibrescia.it
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I dati diventano fattore produttivo. È uno degli aspetti più interessanti, e dirompenti, portato dalla digitalizzazione nell'industria. Una trasformazione che rappresenta un «momento magico» di avvicinamento tra manifattura e imprese dei servizi avanzati per innovare insieme e dare più valore al prodotto.

Parola di Paolo Chiari, presidente del settore Terziario di Aib, che insiste sulla necessità di trovare una via italiana al 4.0.

Presidente Chiari, dopo molto parlare delle trasformazioni di Industria 4.0 dentro la fabbrica, nei processi, nei prodotti e nell'organizzazione, vogliamo capire quale ruolo gioca il terziario avanzato, che pure a Brescia negli ultimi tempi sembra avere acquisito maggior peso.

«Anche le imprese manifatturiere si trovano oggi a lavorare con una nuova "materia prima": l'informazione, che grazie alle tecnologie digitali consente di incrementare enormemente il valore di mercato dei prodotti fisici realizzati in azienda. Un contenuto intangibile, che però oggi e quello che fa la vera differenza sul mercato, e che solo le aziende del terziario avanzato sono in grado di valorizzare in maniera corretta».

Su questo vede consapevolezza da parte degli imprenditori o riscontra resistenza?

«Questi concetti i nostri imprenditori manifatturieri li hanno afferrati eccome! Dirò di più: per l'impresa italiana ed in particolare per i distretti come Brescia ad elevata concentrazione di imprenditorialità, questo è un momento unico e molto stimolante. Per la prima volta, infatti, vedo perfetta convergenza tra manifattura e imprese dei servizi avanzati. Tra i due settori la relazione tipica di fornitore/cliente si sta trasformando rapidamente in partnership, vere e proprie forme di contaminazione, attraverso le quali manifattura e servizi reciprocamente si arricchiscono contribuendo alla crescita di tutto il contesto economico.

Per inciso, anche a costo di essere impopolare, mi permetto di aggiungere che questo "momento magico" se non sedimentato e gestito in modo corretto, rischia di trasformarsi in una bolla: forti incentivi in un lasso temporale assai breve sono infatti ingredienti tipici per creare una potenziale "bolla", un po' come successo alcuni anni fa con il fotovoltaico. Ecco perché anche su Industria 4.0 non dobbiamo scimmiottare modelli sviluppati in altri paesi, bensì identificare una via italiana all'innovazione in grado di fare emergere qualità, creatività e flessibilità, ponendo sempre al centro le persone».

Il nostro è un contesto fatto di piccole e medie imprese. Sono loro oggi ad avere maggiore bisogno del terziario avanzato?

«Le pmi rappresentano la spina dorsale dello sviluppo territoriale in termini di produzione e posti di lavoro. Per colmare il gap di competenze che ancora interessa le nostre pmi e favorire nuovi investimenti non bastano i vendor di tecnologie, ma conoscenze diversificate dalla consulenza organizzativa alla finanza, dal marketing alla formazione delle risorse umane».

Fin dall'inizio ha posto l'accento sull'informazione, nuova "materia prima" da maneggiare con cura in azienda.

«A cominciare dalla sua proprietà. Identificare e proteggere un bene fisico risulta senz'altro molto più facile rispetto alle informazioni. Eppure la difesa della proprietà dei dati è già oggi uno degli aspetti essenziali per l'attività delle imprese, e non solo di quelle più grandi. Il nostro modello di sviluppo deve necessariamente tenere in considerazione la valenza strategica di questo aspetto e il terziario può davvero fare la differenza, aiutando le imprese a compiere le scelte giuste. Così come sempre più rilevante diventerà il ruolo delle associazioni.

«Basta guardare a quanto ha già fatto Aib sul territorio per guidare le imprese nel percorso di innovazione 4.0, anche attraverso progetti ambiziosi come il Digital Innovation Hub della Lombardia orientale insieme alle territoriali di Mantova e Cremona, che sarà il perno dell'innovazione nella nostra provincia e canale di comunicazione privilegiato con le istituzioni europee».

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