GdB & Futura

Le aziende rubano tecnici come fossero ciliegie: è reato

L'innovativa sentenza arriva dal tribunale di Macerata: un nuovo segno della «fame» di professionalità
Gli inglesi chiamano cherry picking (raccogliere le ciliegie) la tecnica del «rubarsi» i tecnici
Gli inglesi chiamano cherry picking (raccogliere le ciliegie) la tecnica del «rubarsi» i tecnici
AA

Non è una storia nostra, bresciana intendo dire. Ma può dire molto alle nostre aziende e magari anche alle famiglie e ai ragazzi che nei prossimi mesi dovranno scegliere che indirizzo prendere dopo la scuola dell’obbligo.

La storia, raccontata nei giorni scorsi da Il Sole 24 Ore, viene dalla Marche, da Tolentino in particolare, e dal tribunale di Macerata che si è pronunciato a favore di un’azienda di pelletteria che si era vista scippare da un concorrente dei tecnici già formati. «Questa è concorrenza sleale», ha detto il giudice, dando quindi ragione all’azienda di Tolentino (la Tigamaro, 150 addetti, 13 milioni di ricavi) che, nel ricorso d’urgenza presentato al giudice, lamentava lo scippo ed elencava i costi sostenuti per arrivare a preparare tecnici qualificati nel settore della pelletteria. Un settore in crescita ed un’azienda in crescita che vede nella mancanza di personale qualificato, per l’appunto, uno dei limiti ad ulteriori sviluppi.

Gli inglesi chiamano questa tecnica del «rubarsi» tecnici lo cherry picking, raccogliere le ciliege: l’azienda che intende andare a raccogliere le ciliegie, appunto, individua nell’azienda concorrente chi potrebbe indicare tecnici di qualità. E quindi passa alla raccolta, rubando i quadri migliori o comunque quelli considerati utili. Va da sé che la pratica porta qualche svantaggio (a chi si vede rubare i tecnici) e qualche vantaggi (al «ladro» in questo caso).

Ed è una pratica vecchia più o meno quanto il mondo, perlomeno da quando esiste l’industria. Così come va sempre da sè che per l’azienda di Tolentino saccheggiata, la sentenza libera energie per investire ancor più nella formazione.

Ma la sentenza del giudice può dire qualcosa anche alle famiglie e ai ragazzi. Perché la sentenza altro non fa che confermare la gran fame di tecnici che il mercato ha. E quindi, in vista di scelte prossime e che andranno a segnare la vita dei ragazzi, fare una valutazione anche su quale indirizzo scegliere resta importante. Con tutte le incognite che il mondo ci riserverà fra 5-7 anni, si può anche provare ad immaginare di avere un futuro di lavoro dove essere «rubati» (perché bravi e qualificati come tecnici) non sia poi così male...

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia