GdB & Futura

Il potere passa ai dati e l’affidabilità non è un optional

«Big data... E poi?»: all’incontro del Csmt una guida per le aziende incamminate sul 4.0
  • «Industry 4.0. Big data...e poi?» in Sala Libretti
    «Industry 4.0. Big data...e poi?» in Sala Libretti
  • Uno degli incontri in sala Libretti al GdB -  © www.giornaledibrescia.it
    «Industry 4.0. Big data...e poi?» in Sala Libretti
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I dati sono il nuovo petrolio, ci ripetiamo spesso. Chi ha i dati controlla il mondo (se ovviamente, si veda Facebook, controlla i dati). Più terra-terra, se si capisce anzitutto l’importanza dei dati e se si hanno poi sistemi di raccolta, controllo e analisi affidabili, si può serenamente dire che la fabbrica può cambiare, migliorare, diventare - perché questo è il tema - per davvero 4.0.

Ovviamente i dati sono tanti (non a caso si parla di big data), arrivano da tante fonti (macchine, persone, situazioni esterne) e devono essere, altrettanto ovviamente, rapidi e veri, affidabili. E, da lì, si passerà all’analisi e quindi alle decisioni che l’analisi suggerirà.

E questo è stato il tema di cui si è parlato nei giorni scorsi in Sala Libretti, nell’ambito di un incontro promosso dal Csmt, il Centro servizi multisettoriale e tecnologico che, come ricordato dal presidente Riccardo Trichilo, è una società no profit, espressione di università e organizzazioni di imprese, sempre più destinato a diventare quella che Trichilo chiama «piattaforma di innovazione 4.0».

I dati, dunque, ovvero, per ricordare il tema dell’incontro «Industry 4.0. Big data...e poi?». Storicamente, lo ha ricordato sempre Trichilo, «il potere è stato di chi aveva materie prime. Oggi è di chi ha i dati. Va da sé che bisogna capire quali dati». L’incontro, guidato da Pierfederico Cancarini, project manager di Csmt, è partito da qui: da quali dati partire. Andrea Pasotti, del Csmt, dà un’idicazione solo in apparenza grezza: «Datevi un obiettivo. Pensate, ad esempio, a cos’è il valore per i vostri clienti.Partite da lì: è un buon sistema»

Pasotti richiama le 5V che danno le caratteristiche dei dati: i volumi (sono tanti), vari, veloci, veri e, appunto, devono creare valore. Alert finale di Pasotti sui 280 mila tecnici che, questa è la stima, mancano al sistema industriale per creare solidamente un sistema 4.0.

Un caso di studio (in corso) su come si raccolgono e perchè dei dati, è quello che Paolo Colombi e Francesco Braga (sempre del Csmt) hanno in corso alla acciaieria Ori Martin di Brescia, in particolare sul parco rottami dell’acciaieria e, più in particolare ancora, sul peso di questo rottame. La domanda, ridotta all’osso è: il peso che il carroponte mi indica quando solleva con il ragno del rottame è attendibile? La risposta parrebbe semplice: se si ha il peso a vuoto del carroponte, lo si pesa quando è carico e per differenza... Troppo facile.

Il ciclo produttivo impone carichi e scarichi rapidi, il ragno oscilla, l’oscillazione altera i pesi. Di fatto, il peso del rottame lo si calcola dalla tensione delle funi. E quindi, attorno a questo tema (che certamente non affascina noi popolo, ma che per i tecnici è quanto mai sexy) si è partiti e si è arrivati ad una prima conclusione: il dato del peso del carroponte è una base attendibile ma con una serie di correzioni introdotte con degli algoritmi ad hoc. Qui intesa come affidabilità. Se un dato durante il trasporto sulla rete ha una qualche alterazione crea danni.

Reti sicure per le industrie (Profibus-Profinet). Ne ha parlato Paolo Ferrari di Ingegneria e del Csmt che ha ricordato come ilCsmt sia diventato una eccellenza nel settore con 600 reti analizzate e ottimizzate in questi anni. Considerazione finale di Cancarini: serve ragionare su quali dati raccogliere, il buonsenso non basta, servono strumenti sofisticati e quindi anche tecnici adeguati. IlCsmt può essere un buon aiuto. «Consultateci, il primo check up è gratuito».

 

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