Bonus edilizia, si cambia ancora: credito cedibile una sola volta

Nuovo intervento del Governo sul tema del superbonus. Il Consiglio dei ministri ha varato la bozza di Decreto Sostegni-ter che restringe le maglie della cessione del credito e ne blocca la soluzione multipla prevedendo, di fatto, una sola cessione da parte dell’impresa agli intermediari finanziari. E questo vale anche per lo sconto in fattura.
Da quando lo sconto si trasforma in credito d’imposta per l’impresa, scatta il nuovo vincolo di una sola cessione. Una misura che - secondo il governo - interromperebbe la catena di cessioni dei crediti che negli ultimi mesi hanno dato luogo a frodi, molto consistenti come quella scoperta qualche settimana fa dalla Procura di Roma e dalla Guardia di Finanza per 1,25 miliardi di euro, o ancora come quella emersa a Napoli da 110 milioni di euro.
Una modifica inattesa, che per certi versi cambia nuovamente le carte in tavola a chi sta facendo un intervento di efficientamento del proprio immobile. E che proprio per questa ragione non è piaciuta ai costruttori bresciani. «Non è la prima variazione in corso al funzionamento dei bonus edilizi. Ogni mese ci troviamo a far fronte a qualche nuova norma che genera confusione e rischia di fermare i cantieri. Non è questo il sistema per frenare abusi e irregolarità», contesta il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi.
La bozza del decreto riporta che il credito d’imposta potrà essere ceduto una sola volta, individuando un transitorio per i crediti già oggetto di cessione fino al 7 febbraio 2022, che potranno procedere con una sola ulteriore cessione, pena la nullità del contratto».
La norma secondo il Governo avrebbe l’obiettivo di contrastare crediti fittizi che sono stati prodotti. «Non è così che si fermano le frodi - ammonisce il leader dei costruttori bresciani -. È giusto e condivisibile l’obiettivo di contrastarle, ma non si possono colpire continuamente migliaia di cittadini e di imprese che operano correttamente e che sono alle prese con gli interventi di riqualificazione energetica e sismica, in linea con gli impegni assunti di riduzione dei consumi e di messa in sicurezza del patrimonio edilizio».
Il provvedimento mette il bastone tra le ruote ai piani di ristrutturazione di molte imprese ed enti che si occupano di edilizia residenziale sociale, che solo in questi ultimi mesi sono riusciti ad avviare i primi interventi. «Non solo, la formulazione lascia spazio a dubbi e incertezze, ad esempio nel caso dello sconto in fattura, per il quale la cessione alle banche, in tal caso, dovrebbe essere comunque ammessa - chiosa Deldossi -. In questo modo si penalizzano le imprese che operano nella legalità che, oltre a dovere nel quotidiano sostenere l'assenza di forniture e l'aumento senza precedenti del costo dei materiali, devono conformarsi mensilmente a nuove norme.
Una mossa che colpisce piccole e medie imprese a favore dei grandi player, i quali comunque si avvalgono dei piccoli per portare avanti le lavorazioni. Abbiamo chiesto da tempo regole chiare per evitare speculazioni, come l'introduzione nei prezzari regionali delle voci aggiornate relative ai bonus e un sistema di qualificazione delle imprese, visto il proliferare di operatori improvvisati. Ma finora non si è fatto nulla».
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