Economia

I controlli servono, ma senza fermare tutto

Era inevitabile che i farabutti trovassero terreno fertile. Ma non si immaginava che fossero così rapaci e che il terreno fosse così fertile
Il Governo ha stretto sulla cessione del credito - © www.giornaledibrescia.it
Il Governo ha stretto sulla cessione del credito - © www.giornaledibrescia.it
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È opportuno che gli scandali emergano, per citare parole sante. Ma è la dimensione degli scandali che sorprende ed è la relativa facilità con cui questi scandali hanno potuto attecchire che sorprende ancor più. Il Superbonus rischia una impasse non piccola. Il premier Draghi a fine dicembre l’aveva anticipato prefigurando qualche modifica alla legge di agevolazione. Il Parlamento si disse contrario e i corposi finanziamenti restarono.

A Legge di Bilancio approvata, però, il Governo non ha gettato la spugna introducendo la norma che impedisce la cessione multipla del credito fiscale e mettendo una zeppa non da poco nel meccanismo del Superbonus che ha generato perversioni (da parte di alcuni) ma che ha dato fiato al lavoro di molte imprese beneficiando tanti cittadini corretti. Va da sè che i controlli servono, devono essere seri, meglio se sono rapidi e puntuali.

Il Superbonus non può essere assimilato ad un pozzo senza fondo dove allegramente si attinge e poi chi si è visto si è visto. E quindi bene benissimo i controlli, scandalose e da galera le storie di truffe che emergono (gente che ha messo in piedi meccanismi da 1 miliardo senza aver fatto niente; nullatenenti che firmavano senza sapere quel che firmavano eccetera eccetera) ma vanno preservate anche le imprese corrette. Ma se così è, perchè la Cdp-Cassa depositi e prestiti di fatto ha bloccato da fine dicembre la propria piattaforma di acquisto dei crediti fiscali.

La denuncia da Gianmarco Dotta (presidente di Assoconfidi) dà fiato alle preoccupazioni di migliaia di aziende (e quindi di molte più migliaia di famiglie e cittadini committenti): «Quando è stato approvato il decreto antifrodi a novembre - dice Dotta - abbiamo ridefinito con Cdp una serie di modalità per la cessione e l’acquisto di crediti fiscali. Siamo andati avanti per qualche settimana, ma da 23 dicembre - dice sempre Dotta al Sole 24 Ore - la Cdp ha bloccato la piattaforma impedendo l’ingresso di nuove aziende e non facendo sapere nulla delle pratiche che erano state caricate».

Risultato: 1300 imprese sono bloccate. Ora e come detto: i controlli servono ed è bene benissimo che siano rigorosi. Ma che cosa impedisce al maggior acquirente di crediti fiscali di far sapere quel che sta accadendo, di dare una qualche indicazione su tempi e modalità di riapertura della piattaforma. Ripeto: che ha da dire la Cassa depositi e prestiti?

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