Ambiente

Pfas, Brescia tra le province lombarde più salubri in percentuale

Ma nei dati assoluti sulla presenza delle pericolose sostanze chimiche è seconda solo a Milano. Virtuosa nel monitoraggio acque
L’impianto di depurazione di Capriolo - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’impianto di depurazione di Capriolo - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il connubio ambiente e Brescia, lo sappiamo, riserva sempre amare sorprese e le cattive notizie non mancano mai. Questa volta, però, vale la pena partire da quelle buone che ci sono e pesano. Il tema è tra i più ostici che le istituzioni pubbliche stanno tentando di affrontare negli ultimi anni, data la pervasività, la diffusione e la pericolosità dell’inquinante di cui si parla: gli Pfas, sostanze chimiche artificiali presenti praticamente dappertutto (cosmetici, capi d’abbigliamento, padelle, imballaggi), considerati assai pericolosi per l’ambiente e l’uomo, che trovano nell’acqua la principale fonte di diffusione.

Le buone notizie per Brescia sono almeno due: il nostro territorio è in fondo alla classifica delle dodici province lombarde per presenza di questo tipo di inquinante nelle acque potabili: nono con il 9,6% di campioni risultati contaminati; la nostra è anche la provincia (e questo rafforza la prima notizia positiva) a monitorare costantemente acquedotti, fontanelle pubbliche e rubinetti.

Tra il 2018 e il 2022 i tre gestori bresciani delle acque A2A, Asvt e Acque bresciane, e l’Agenzia di tutela della salute di Brescia hanno analizzato 1.552 campioni di acqua alla ricerca del Pfas (nonostante l’assenza di obblighi di legge), un numero di esami di gran lunga superiore a quelli realizzati dalla provincia di Milano, 966, e di tutte le altre province lombarde: sul podio al terzo posto in questo caso c’è Monza-Brianza con 368 analisi.

L'associazione

I dati sono stati presentati da Greenpeace Italia la cui unità investigativa, tra ottobre 2022 e gennaio 2023, ha inviato una richiesta di accesso agli atti a tutte le Ats lombarde e ai gestori delle acque. Su quasi 4 mila campioni consegnati dagli enti, 738 (il 18,9%) è risultato contaminato. La maglia nera in Regione spetta alla provincia di Lodi, con l’84,8% dei risultati dei campioni positivo alla presenza di Pfas; a seguire le province di Bergamo e Como, rispettivamente con il 60,6% e il 41,2% dei campioni inquinati. La nostra provincia è stata forse l’unica a inviare tutto quanto richiesto da Greenpeace, anche questo sintomo di un’attenzione elevata a questo problema da parte delle aziende proprietarie degli acquedotti e delle autorità sanitarie locali.

Purtroppo, però (e veniamo alle note dolenti) l’enorme mole di analisi condotte nel bresciano fa sì che, tralasciate le percentuali, con 149 campioni positivi, Brescia sia seconda solo a Milano (201 positivi su 966) per contaminazione da Pfas. Segue Bergamo con 129 campioni risultati contaminati su appena 213 analisi.

Se si dà uno sguardo invece ai Comuni, sul podio si trovano Crema, Crespiatica (Lo) e Pontirolo Nuovo (Bg), con dati che superano in tutti i casi i mille nanogrammi per litro (ng/l) di Pfas per singolo prelievo. Il primo comune bresciano, invece, è Capriolo, al 67esimo posto, con 17 analisi risultate positive su 24. Tra i cento comuni più inquinati in Lombardia c’è anche Rudiano, 79esimo, con 6 campioni contaminati su 9. A Brescia città, su 91 analisi, ne sono risultate positive 11. 

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