Ambiente

Da Brescia alle Svalbard: il Codice Etico dell'atleta ambientale

Il triatleta Nicola Brunelli ha contribuito alla stesura di un protocollo per rendere lo sport all'aperto più sostenibile
Le isole Svalbard (Norvegia), vicino al circolo polare artico - © www.giornaledibrescia.it
Le isole Svalbard (Norvegia), vicino al circolo polare artico - © www.giornaledibrescia.it
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L'avevamo seguito fin dall'inizio del suo viaggio nelle regioni polari della Norvegia: il triatleta bresciano Nicola Brunelli, 55 anni, è tornato a casa dopo dieci giorni alle isole Svalbard.

Sci in spalla e compagni di avventura al proprio fianco, Brunelli è partito ad aprile dall’aeroporto di Milano Malpensa e, dopo aver fatto scalo ad Oslo, è atterrato proprio nel cuore dell’arcipelago, a Longyearbyen: da questa piccola cittadina circondata dai ghiacci, la comitiva ha dato il via all’esplorazione delle isole, attenendosi sempre a poche e semplici regole per ridurre al minimo il proprio impatto sull’ambiente. Quali sono queste regole?

«Alle Svalbard ci sono più orsi polari che esseri umani», scherza il triatleta, ospite a Palazzo Loggia per raccontare la propria esperienza eco. «Il nostro obiettivo, che dovrebbe essere quello di ogni sportivo, era di lasciare l’ambiente in cui ci muovevamo intatto, così come l’avevamo trovato - continua - Abbiamo evitato di portare con noi bottigliette di plastica: per l’acqua scioglievamo il ghiaccio. Tutti i rifiuti accumulati lungo il percorso sono stati raccolti e riportati in città al termine del viaggio. Essere “ecologici” è più facile di quanto si pensi, anche in condizioni estreme».

Un momento della conferenza stampa. Da sinistra: Simone Marroccu (DSF.Sport), Fabrizio Benzoni (assessore allo Sport) e Nicola Brunelli
Un momento della conferenza stampa. Da sinistra: Simone Marroccu (DSF.Sport), Fabrizio Benzoni (assessore allo Sport) e Nicola Brunelli

Grazie a DSF.Sport, il gruppo di management sportivo del quale Brunelli è ambassador, i suoi preziosi consigli sono oggi consultabili in un apposito vademecum, il Codice Etico per l’atleta ambientale. Il Codice intende essere il primo nel suo genere: il fine ultimo è ispirare le giovani generazioni, che potranno seguirlo passo a passo nell’attività sportiva all’aperto di tutti i giorni.

Tra le accortezze da seguire quando si fa attività fisica a contatto con la flora e la fauna di un certo habitat, si legge: «Utilizzare, per quanto possibile, prodotti e attrezzature realizzate con materiali riciclati o naturali». O ancora: «Scegliere di partecipare a competizioni ecosostenibili, le cui pratiche siano volte a un consumo energetico minimo», «evitare lo spreco di acqua», «ridurre l’utilizzo di bottiglie di plastica o confezioni di integratori» e, infine, «accrescere la consapevolezza altrui sull’importanza della salvaguardia ambientale».

Il prossimo step? «Perfezionare il protocollo e possibilmente ratificarlo a livello nazionale, in modo che venga adottato da atleti e società sportive. L’idea di un Codice Etico per l’attività sportiva “amica dell’ambiente”, partita proprio dalla nostra città, s'inserisce perfettamente nella cornice di Brescia e Bergamo Capitali della Cultura 2023. Parlare di sport sostenibile e al passo con i tempi, infatti, è anche parlare di cultura» conclude l’assessore allo Sport Fabrizio Benzoni.

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