Qualità dell’aria, Brescia conferma i progressi del 2023

Elio Montanari
Dopo un 2023 da record, anche il 2024 registra livelli di Pm10 stabili in tutta la provincia
La pianura padana resta una delle zone più inquinate d'Europa © www.giornaledibrescia.it
La pianura padana resta una delle zone più inquinate d'Europa © www.giornaledibrescia.it
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Dopo un 2023 da record per la qualità dell’aria, anche il 2024 conferma un andamento positivo nel Bresciano, con livelli di Pm10 sostanzialmente stabili. Secondo i dati di Arpa Lombardia, in tutte le stazioni regionali è stato rispettato il limite di legge sulla media annua (40 µg/m³), con valori paragonabili o lievemente superiori rispetto all’anno precedente, e sensibilmente inferiori a quelli del 2022.

Il Pm10 – particolato con diametro pari o inferiore a 10 micrometri – è uno degli inquinanti più insidiosi: penetra nell’apparato respiratorio umano ed è associato a un aumento di patologie cardiache e tumorali, soprattutto a carico dei polmoni. Arpa lo monitora quotidianamente, sia tramite centraline sia attraverso modelli matematici che stimano i valori medi nei comuni lombardi, inclusi quelli sprovvisti di strumentazione diretta.

Differenze contenute

Nel 2024, l’analisi delle medie giornaliere evidenzia differenze contenute. In 189 comuni bresciani le variazioni rispetto al 2023 sono nell’ordine dei decimali. In 131 di essi si registra un lieve incremento, in 58 un modesto calo e in 16 nessuna variazione. Solo in una decina di centri l’aumento supera il singolo punto: Villa Carcina (+2,1 µg/m³), Concesio (+2), Collebeato (+1,7), Brione (+1,6), Bovezzo e Ome (+1,5), Gussago (+1,4), Cellatica e Monticelli Brusati (+1,2), Odolo e Botticino (+1,1). Si tratta per lo più di comuni collinari contigui, dove condizioni microclimatiche e densità abitativa influenzano maggiormente le concentrazioni.

Sul territorio

La distribuzione geografica dei valori resta invariata. I 62 comuni montani interni registrano i livelli più bassi, tutti al di sotto dei 10 µg/m³. Ponte di Legno guida la classifica della qualità dell’aria con una media annua di 2,6, seguito da Saviore (2,9), Temù (3), Vione e Vezza d’Oglio (3,2), Corteno Golgi (3,3), Paisco Loveno (3,4), Bagolino (3,9) e Collio (4). In queste zone, l’inquinamento atmosferico resta marginale, complice l’altitudine, la scarsa urbanizzazione e la distanza dalle principali vie di traffico.

In pianura

All’estremo opposto, 65 comuni – tutti in pianura – superano la soglia media giornaliera di 30 µg/m³, valore che indica un’attenzione crescente. Manerbio (33) risulta il comune più esposto, seguito da Bassano Bresciano (32,7), San Gervasio, Offlaga e Verolanuova (32,6), Cigole e San Paolo (32,5), Pavone, Borgo San Giacomo, Quinzano e Leno (32,4), Barbariga (32,3), Bagnolo e Verolavecchia (32,2), Pontevico (32,1), Castenedolo, Dello, Villachiara, Milzano e Montirone (32). La mappa dell’inquinamento disegna così una netta linea di separazione tra i territori.

Nella fascia intermedia – tra montagna e pianura – si collocano circa 80 comuni, con valori compresi tra i 10 µg/m³ di Lumezzane e i 29,8 di Castrezzato. Brescia si inserisce in questa «terra di mezzo» con una media annua di 29 µg/m³, in lieve aumento rispetto ai 28,7 del 2023 (+0,3) ma inferiore ai 32,2 registrati nel 2022. Un segnale positivo, anche se parziale.

Una panoramica di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una panoramica di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it

Il rispetto della soglia annua non basta. La normativa fissa anche un limite massimo di 35 giorni all’anno in cui si può superare il valore giornaliero di 50 µg/m³. È su questo fronte che emergono le maggiori criticità. «Il numero di giorni di superamento resta uno dei parametri più difficili da rispettare» – avverte Arpa – «e nel 2024 si è verificato un aumento legato a episodi prolungati di stagnazione atmosferica».

A Brescia città gli sforamenti sono stati 56, in peggioramento rispetto ai 39 del 2023, ma comunque inferiori ai 57 del 2022. Nel 2006 erano stati addirittura 146. Ma il problema non è confinato al capoluogo. Molti comuni della pianura mostrano un quadro simile o peggiore. Nel 2024 si contano 71 giorni di sforamento a Manerbio, 68 a Castenedolo, 67 a Leno e Offlaga, 66 a Bassano, Borgosatollo e Montirone, 65 a Bagnolo, Cigole, Dello e San Gervasio, 64 a Longhena, 63 a Verolanuova. Sopra la linea che unisce Sulzano, Sarezzo e Toscolano, invece, la soglia è quasi ovunque rispettata.

Tra le più inquinate

La Pianura Padana resta tra le aree più inquinate d’Europa. Il traffico è solo una delle cause: secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, fino al 70% del Pm10 è Pm secondario, generato dalla reazione tra ammoniaca agricola e ossidi di azoto e solfati. Le emissioni zootecniche – molto elevate nella Bassa – contribuiscono in modo determinante alla formazione di queste particelle.

Serve un cambio di passo. L’Europa lo chiede a gran voce: meno auto, più trasporto sostenibile, e una riforma del comparto agricolo, con riduzione del carico zootecnico e maggiore diversificazione. Solo così sarà possibile conciliare crescita economica e tutela della salute. Per Brescia, una sfida urgente e non più rimandabile.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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