Per la cultura investiti oltre 90 milioni di euro

Un capitolo che si divide in due voci: la valorizzazione di beni di interesse storico e le attività culturali
La Vittoria Alata - © www.giornaledibrescia.it
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Le Amministrazioni comunali hanno un ruolo rilevante nel complesso della spesa pubblica nel settore della cultura. Nel bilancio preventivo per il 2022 i comuni bresciani hanno iscritto spese per la «Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali», la somma di tutte le spese culturali del comune, nell’ordine dei 90 milioni di euro. Risorse investite a tutela del patrimonio culturale nell’anno che precede il 2023, quello di Brescia e Bergamo Capitale Italiana della Cultura.

Nonostante la centralità dello Stato in questo ambito, gli enti territoriali hanno un ruolo nella gestione del patrimonio culturale e questo è individuabile anche nei loro bilanci. Le amministrazioni locali possono destinare parte delle loro risorse alla sezione di bilancio dedicata alla tutela e alla valorizzazione di beni e attività culturali.

Due voci

Un ambito di spesa che si divide in due voci: la «valorizzazione di beni di interesse storico» e le «attività culturali e interventi diversi nel settore culturale». Nel primo ambito sono comprese le spese per la manutenzione e la ristrutturazione di strutture di interesse storico e artistico. Nella seconda voce di spesa sono inserite tutte le uscite per le attività culturali e il funzionamento di strutture che non sono di interesse storico, ma hanno finalità culturali. Ad esempio, sono incluse in questa voce le attività di sviluppo e coordinamento delle biblioteche comunali e il sostegno a manifestazioni culturali.

Oltre 1 milione a bilancio

Nel complesso della provincia, sono 16 i comuni che mettono a preventivo di spesa per la cultura più di 1 milione di euro.

Si tratta, perlopiù, di centri di grandi e medie dimensioni, con Brescia che investe per la cultura 21 milioni di euro, precedendo Darfo Boario Terme (5,1 mln) e Ospitaletto (3,7 mln). Rilevante la spesa per la cultura preventivata nel 2022 a Malonno (3,6 mln), che supera comuni di ben più ampia dimensione come Chiari (2,2 mln), Carpenedolo (1,8 mln) Palazzolo (1,7 mln), Montichiari (1,67 mln) e, sopra la soglia del 1,5 milioni di euro, Calcinato e Mazzano.

Nel gruppo dei comuni milionari entrano, con spese previste comprese tra 1 e 1,5 mlm di euro, anche Travagliato, Gambara, Paspardo, Nuvolera, Iseo e Berzo Inferiore.

La spesa pro capite

Se consideriamo l’importo pro capite, ovvero quanto il singolo comune mette a preventivo per il 2022 per ogni residente, non c’è partita. Paspardo con 2.313 euro e Malonno con 1.180 davanti a tutti e poi Cedegolo (812 euro pro capite), Lozio (727) e Irma (642 euro pro capite). Comuni in cui la popolazione è modesta e questi importi pro capite così elevati sono probabilmente il risultato di ingressi in bilancio dovuti a progetti specifici sulla cultura, meritoriamente intercettati dalle Amministrazioni. Per capirci il comune di Brescia, pur mettendo a preventivo per la tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali oltre 21 milioni di euro, ne spende 107,41 euro pro capite.

Tra i centri maggiori, considerando come tali quelli con oltre 10mila abitanti, preventivi di spesa per la cultura pro capite relativamente elevati si registrano a Darfo Boario Terme (330,65 euro pro capite), Ospitaletto (251,05), Iseo (142,51), Carpenedolo (139,15), Mazzano (120,93) Chiari (116,67), Brescia (104,41), Travagliato (102,44). È tuttavia essenziale richiamare come la dimensione della finanza pubblica è tutt’altro che semplice ed è necessario procedere con cautela, evitando delle semplificazioni che porterebbero ad affermazioni azzardate.

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