Nascono sempre meno bambini, il trend prosegue anche nel 2021

In provincia di Brescia, nel 2021, si contano solo 8.807 nati, 214 in meno (-2,4%) rispetto al 2020 e 554 in meno (-5,9%) rispetto al 2019
Sono sempre più vuote le culle bresciane
Sono sempre più vuote le culle bresciane
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Era il 2006. Quell’anno è l’ultimo nel quale, in Italia, il numero dei nati, 560.010 bambini, supera quello dei morti, 557.892 persone. Nel 2021 le nascite, in Italia, scendono al minimo storico, con 399.400 bambini nati nel corso dell'anno (-1,3% sul 2020), record di minore natalità mai registrato nella storia d’Italia, a fronte di 709.035 morti (-4,2% in meno rispetto al 2020).

Il trend degli ultimi anni

Il 2021 ci restituisce un quadro complessivo nel quale la pandemia continua a esercitare effetti sul comportamento demografico, per quanto non al livello dell’anno precedente. I fattori pandemici, combinati alle questioni demografiche, hanno così determinato, anche nel 2021, un livello negativo del saldo naturale, ovvero la differenza tra nascite e decessi: -309mila persone facendo così apparire un flebile ricordo il «pareggio» del 2006.

Allora andava bene anche in provincia di Brescia, con 11 nati per ogni 1000 abitanti a fronte di 8,2 decessi. Allo stesso modo, in provincia di Brescia, nel 2021, si contano solo 8.807 nati, 214 in meno (-2,4%) rispetto al 2020 e 554 in meno (-5,9%) rispetto al 2019. E questo a fronte di 13.358 decessi, con un saldo naturale che nel 2021 è pari a -4.557 persone. Tutto si riassume in questi numeri che, ovviamente, riflettono dinamiche e problematiche economiche e sociali complesse con l’età media al parto che ha raggiunto i 32,4 anni. Del resto, per restare in terra bresciana, le nascite sono in calo da anni.

Basti pensare che sono arrivate a superare quota 13mila, tra il 2006 e il 2010, tenendo quota 12mila fino al 2012, restando sopra le 11 mila, tra il 2013 e il 2015, e oltre le 10mila nascite nel biennio successivo. Nel 2018 e nel 2019 si scende ancora, con un trend che dal picco del 2009 (13.326) scende fino alle 9.361 nascite del 2019, alle 9.050 nel 2020, valore che cala ulteriormente nel 2021 arrivando a sole 8.807 nascite. Giova considerare, per farsi un’idea, che i nati nel comune di Brescia nel 2009 erano quasi la metà di quelli del 1971, quando già da alcuni anni era finito il baby boom.

La situazione in provincia

E così siamo arrivati ad una media provinciale di 7 nati nell’anno per ogni mille abitanti, 7,1 nel comune capoluogo, un valore di poco inferiore ai 7,5 del 2019 ma lontano anni luce dai quasi 11 del 2009. Tuttavia, nel 2021, nel vasto e articolato panorama provinciale la natalità conosce una ampia gamma di valori che dai 14,8 nati per ogni mille abitanti di San Gervasio Bresciano scende fino alla nascita zero nei piccolissimi comuni di Magasa, Paisco Loveno e Treviso Bresciano.

Per grosse linee potremmo dividere i nostri 205 comuni tre gruppi rispetto al dato medio provinciale (7 nati per ogni mille abitanti). Decisamente sopra questa soglia si colloca una ventina di comuni con 9 o più nati per ogni mille abitanti mentre una quarantina di comuni conta meno di 5 nati, sempre per mille abitanti.

Il gruppo più numeroso presenta un indice di natalità compreso tra 5 e 9 nati per ogni mille abitanti e comprende anche Brescia che, nel 2021, conta 1.401 nati pari a 7,21 per ogni mille abitanti, valore ben lontano dai 3.289 del 1971. Interessante osservare come nella geografia della provincia si individua un’area nella pianura occidentale in cui si concentrano comuni contigui con elevati tassi di natalità. Un gruppo che comprende Castrezzato (11,1 nati per ogni mille abitanti), Trenzano (10,3), Rovato (9,5), Castelcovati (9,3), Comezzano-Cizzago (9,2) e Rudiano (8,9).

Per altro verso tra i comuni bresciani con meno di 5 nati per ogni 1000 abitanti, diffusi a macchia d’olio nel territorio provinciale, spiccano, tra i centri più popolosi, Salò (4,5 nati per 1000 abitanti), Toscolano Maderno (4,1), Breno (3,8), Collebeato (4,8), Roè Volciano (4,6) e Bagolino (4,0).

Resta il fatto che nei 33 comuni bresciani con più di 10mila abitanti meno della metà contano almeno 100 nati nel 2021. Indice di un processo di de-natalità che interessa l’insieme dei centri di media e grande dimensione della nostra provincia. Un «inverno demografico», per usare un termine denunciato da Papa Francesco, che non è iniziato con la pandemia ma che nell’ultimo biennio conosce un ulteriore e allarmante avanzata.

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