Spunta la formula «large» per il Daspo urbano: esteso a centro, stazione e tutti i parchi

Non limitarsi alla decina di parchi pubblici inizialmente individuati, ma estendere l’esilio (da un minimo di 48 ore a un massimo di un anno) a tutte le aree verdi della città e al perimetro del Distretto urbano del commercio, tradotto: l’intero centro storico e la zona stazione ferroviaria.
Formalmente indossa ancora i panni della «proposta», di un’idea sulla quale la discussione è aperta. Ufficiosamente, però, chi era presente all’incontro (o, meglio, ai due incontri: il primo in Giunta, il secondo durante la riunione allargata dei capigruppo di maggioranza) assicura che - nei fatti - il dado sia ormai tratto con strategia incorporata. Il tema intreccia sicurezza e sociale ed è tra quelli che, ormai da settimane, sta facendo fibrillare il centrosinistra in Loggia (con resoconti e retro-tattiche chilometrici, un intreccio in stile grande romanzo americano): l’introduzione del Daspo urbano, già annunciata dalla sindaca Laura Castelletti nel corso del Consiglio comunale di marzo. Da allora, però, una serie di novità si sono fatte largo: dalla dialettica (ancora non risolta) di maggioranza alle modifiche pratiche che ritoccheranno l’ossatura del provvedimento iniziale.
A luglio
Prima questione (pratica): la misura non entrerà in vigore entro maggio. Il dossier - complici le scaramucce interne - scivolerà all’ordine del giorno del Consiglio comunale di luglio: il Daspo della Loggia sarà dunque operativo a partire dall’estate. A spiegarne l’applicazione e i destinatari era stato l’assessore alla Sicurezza, Valter Muchetti, a margine del dibattito dell’Aula: «La misura - aveva sottolineato - ha un’applicazione molto precisa. La norma prevede infatti che si vadano a colpire gli autori di reati di accattonaggio molesto, atti contro la pubblica decenza, commercio abusivo e ubriachezza molesta».
Seconda questione (politica): la proposta di estendere le misure di allontanamento a tutti i parchi della città e all’area del Duc arriva da Azione, in particolare per voce di Francesco Tomasini che, forte dell’appoggio di massima (conclamato in Giunta) dell’assessore Andrea Poli e del vicesindaco Federico Manzoni, ha condiviso l’orientamento durante la riunione a porte chiuse andata in scena lunedì.
Un mini conclave che, oltre ai capigruppo e agli assessori Poli e Muchetti, ha visto presente anche il consigliere Iyas Ashkar (Civica Castelletti), tra i più scettici verso il provvedimento insieme ad Andrea Curcio (Pd), Francesco Catalano (Al lavoro con Bs), Valentina Gastaldi (Brescia Attiva). Una pattuglia propensa al «no» palese (almeno per quanto riguarda gli ultimi tre nomi), alla quale si aggiunge l’elenco dei «malpancisti introversi»: Pietro Ghetti, Roberto Rossini, Daniela Del Ciello e Fabio Capra sono i consiglieri nel merito e nel metodo contrari, ma che schiacciano malvolentieri il tasto rosso pubblicamente, propendendo semmai per un’assenza dettata da «impegni imminenti» il giorno del verdetto in Consiglio, oppure virando su un voto di astensione.
La strategia
Ma se già la formula del provvedimento «soft» (quella che prevedeva l’esilio in una decina di parchi pubblici) aveva creato fratture di maggioranza, perché calcare la mano ed estendere il perimetro?
Ufficialmente per «evitare che residenti di altre zone della città presentino nei prossimi mesi altre petizioni» per richiedere l’applicazione delle regole restrittive. In sostanza si chiama strategia politica. In questo modo, infatti, l’area di centro del centrosinistra punta, da un lato, a mettere all’angolo l’opposizione: un provvedimento soft fornirebbe al centrodestra il La per bollare la misura come inefficace e votare in modo contrario, mentre un’azione capillare (è il ragionamento) è più complessa da bocciare per una coalizione che da sempre fa della sicurezza una battaglia di primo piano. Dall’altro lato, così facendo si mette «al sicuro» il provvedimento senza rischiare di andare sotto con i numeri dell’Aula (altrimenti imprevedibili tra assenze, ferie o impegni improvvisi di maggioranza). La strategia a livello amministrativo regge, anche se non ripiana la spaccatura di maggioranza.
Le puntate «Daspo urbano», comunque, non sono finite. La prossima settimana ci sarà un nuovo conclave, tema: il focus sugli interventi sociali da mettere in atto, entrando nel merito. Un ulteriore segnale del fatto che quella dell’estensione sia più di una semplice proposta.
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