Provincia verso il voto, Moraschini: «Resterò garante del patto politico»

Le priorità? «Le definiremo insieme al nuovo Consiglio». La Sede unica? «Serve, oggi ci sono 5 ipotesi sul tavolo»
Il presidente Emanuele Moraschini - © www.giornaledibrescia.it
Il presidente Emanuele Moraschini - © www.giornaledibrescia.it
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I tempi (per il voto) si accorciano, le riunioni (dei tavoli politici) aumentano, lo scacchiere si prepara a rendere palesi le prime mosse (delle coalizioni). La direzione ha coordinate precise: le elezioni del nuovo Consiglio provinciale del 29 settembre, dove a cambiare sarà la composizione dell’Aula, ma non la regia: alla presidenza, fino all’inizio del 2027 e come previsto per gli enti di secondo livello, resterà Emanuele Moraschini.

Che non rinnega la sua appartenenza politica (la bandiera partitica è e resta quella di Fratelli d’Italia), ma che non intende «tradire» una fiducia bipartisan costruita attorno al suo ruolo in Broletto. Una fiducia che - come lui specifica - «auspico possa proseguire come ora, perché è quella che ci ha consentito di lavorare bene, concentrandoci sulle priorità dell’ente, grazie a una dialettica di pre-Consiglio importante ed efficace».

Una premessa fondamentale quella di Moraschini, specie perché gli «exit poll» dei tavoli di coalizione danno ormai la via delle due liste separate (con centrodestra da un lato e centrosinistra dall’altro) come tracciata.

Presidente, auspicava una lista unitaria?

Non è un tema che mi compete: rispetto il lavoro delle segreterie dei partiti e le decisioni stanno a loro. Il mio incarico è nato sulla scia di un patto politico tra coalizioni, un patto di cui io resterò garante continuando ad essere il presidente di tutti, perché ho ricevuto un mandato fiduciario anche dal centrosinistra.

Non teme di non avere poi la maggioranza in Aula?

No. Io credo che l’accordo con il quale le coalizioni hanno pensato alla mia presidenza sussista ancora e valga per il mio intero mandato, così come da parte mia ci sono la voglia e la disponibilità di condividere un percorso.

In questo momento ho la fiducia di tutti, le segreterie hanno a loro tempo compiuto una scelta e quelle basi non sono venute meno, auspico quindi che si possa proseguire su questa strada: finché le Province non torneranno ad essere ad elezione diretta, credo che questo sia il metodo corretto per continuare a lavorare.

Nelle sue interlocuzioni con il Governo, ha capito che prospettive reali ci sono per la riforma delle Province?

So che ilGoverno sta ragionando sulla possibilità di inserire il tema all’interno della riforma del Tuel: in questo caso si guarda al 2026, ma non so di più. Certo è che bisogna rimettere in moto una macchina amministrativa che è stata falcidiata: ha il 50 per cento in meno dei suoi dipendenti e competenze non secondarie, prime fra tutte strade e scuole.

Nel frattempo però quali sono le priorità programmatiche?

I temi andranno condivisi con le segreterie dei partiti. Posso dire che le priorità saranno come sempre quelle dei territori, che hanno alcune urgenze manifeste.

Quali sono?

Bisogna portare avanti almeno tre questioni già sul tavolo: Corda Molle, aeroporto di Montichiari e strada della Forra. Su questi temi si proseguirà non perdendo di vista il lavoro svolto finora.

E sul Depuratore del Garda quale ruolo potrà e vorrà giocare il Broletto?

La Provincia si è già espressa più volte attraverso delle mozioni votate in Consiglio provinciale e ha ascoltato le istanze del territorio, mettendo a terra un percorso. Esiste però un commissario ed è sua la competenza.

Sul tavolo c’era anche l’idea Sede unica: rimane? E se sì, a che punto siamo?

Assolutamente sì: è un tema sul quale una valutazione va fatta. Avere nove isole di lavoro differenti penalizza anche l’efficienza dell’ente, che può migliorare. Al momento ci sono cinque ipotesi a cui stiamo guardando con interesse, abbiamo elaborato delle proiezioni economiche sui costi: credo che il quadro si definirà all’inizio del 2025, di pari passo con le aste.

Una delle ipotesi era nota e si chiamava Freccia Rossa: esiste ancora?

Era una delle strade, mi pare però che i proprietari dei crediti non siano interessati a questa prospettiva, ma che vogliano fare altro... Penso che sia comunque prematuro entrare nel dettaglio, ma si tratta di un tema sul quale una valutazione andrà fatta. Come sarà altrettanto importante una riorganizzazione dell’ente: siamo passati da 1.200 a 600 dipendenti, ridisegnare una struttura sarà uno degli obiettivi che il prossimo Consiglio avrà per riuscire a fornire risposte sempre più rapide ai territori, che è il nostro compito.

Uno dei grandi temi, di cui si discute spesso anche in Loggia, è quello del trasporto pubblico. Estensione della metro in provincia sì o no?

C’è la città sì, ma ci sono anche le valli, la pianura e i laghi. Vorrei dire chiaramente che il confronto con il capoluogo c’è e credo che non possa e non debba esserci contrapposizione su questo fronte tra Loggia e Provincia. Non mi spingo a dire metro sì oppure no, io penso che se si vuole ragionare in modo serio sul trasporto pubblico si deve partire dai dati e da un tavolo di lavoro operativo che si confronti con i territori.

Avvierà questo tavolo Tpl?

Se vogliamo parlarne, io ci sto. Ma ad una condizione: partiamo dai dati concreti, situazione demografica e tempi di percorrenza inclusi, per capire quale sia la soluzione davvero più adatta, perché oggi senza uno studio approfondito non lo sappiamo. Abbiamo le nostre Università che sono un’eccellenza: la collaborazione è sempre stata proficua, partiamo da qui.

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