Lancini: «L’Europa è un’opportunità, ma deve pensare a cittadini e imprese»
Rovatese di nascita, leghista della prima ora (anzi, «della primissima», come vuole precisare lui) e sindaco di Adro per un decennio. Lì dove è balzato agli onori delle cronache para-politiche per aver adornato con decine di Soli delle Alpi il nuovo polo scolastico del Comune che fu intitolato a Gianfranco Miglio con strascico polemico nazionale. Europarlamentare da quasi un mandato e mezzo (vola a Bruxelles il 17 aprile 2018 dopo le dimissioni di Matteo Salvini, che viene eletto senatore, poi alle Europee del 2019 ottiene 21.957 voti nella circoscrizione del Nord-Ovest), Danilo Oscar Lancini ora vuole il tris. Ovviamente, sempre in quota Lega. Non ha peli sulla lingua, Lancini, quando parla di Europa (e non solo). Ma mostra un cambio di pelle suo e del suo partito nei confronti dell’istituzione.
È ormai un politico d’esperienza in Europa, che esperienza è stata finora?
Molto positiva. L’ultimo mandato, in particolare, è stato stimolante sia da un punto di vista personale che professionale. Grazie all’impegno come membro della Commissione per il commercio internazionale e membro sostituto nella Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare ho potuto avere a che fare col mondo intero.
Perché i bresciani dovrebbero votarla?
Partirò dal dire cosa ho fatto in questi cinque anni: ho partecipato ad almeno un convegno al mese che ha coinvolto enti, aziende, Comuni. Ad ogni incontro ho parlato in media con oltre 50 imprenditori, ai quali ho cercato di comunicare le scelte dell’Europa.
E nel futuro cosa intende fare in questa Europa?
Agli elettori chiedo di cambiare equilibri di questa Europa. Lotterò ancora contro le politiche di Ursula von der Leyen, ribadendo che questa Europa non viene incontro ai cittadini.
Che momento sta vivendo l’Unione, dal suo punto di vista?
È un disastro in termini di normative. Sono convinto che senza Europa nulla è possibile ma con questa Europa è tutto molto difficile. Abbiamo parlato per anni di Green Deal ma abbiamo fatto norme poco ambientali che non hanno aiutato il mondo produttivo. Se non dialoghiamo con gli imprenditori ma continuiamo ad imporre regole facciamo un doppio danno. È come se un sindaco prendesse decisioni smettendo di parlare coi suoi concittadini. Ed è ciò che continua a fare la commissione di cui faccio parte con relazioni tecniche che sono solo ideologiche.
Faccia un esempio di relazioni ideologiche.
È stata paragonata la zootecnia all’Ilva di Taranto sulle emissioni inquinanti. Ma ci rendiamo conto? Ma lo stesso vale per le auto elettriche, che non hanno scarichi ma inquinano dalla sua produzione col reperimento delle terre rare fino al loro smaltimento. Perché invece è stato accantonato il biometano e l’idrogeno? Solo nella mia provincia il passaggio all’auto elettrica farà perdere il lavoro ad una marea di persone. Ma anche quando si va a minare il food nel nome dell’ambiente non si fa altro che danneggiare la nostra economia.
Lei fa parte di un partito che fino a pochi anni fa voleva distruggere l’Europa. Ora parla di un’Europa diversa. Cos’è successo alla Lega?
È cambiato il contesto. Oggi è una Lega che non ha perso gli obiettivi di sempre ma si è adattata allo scenario. Quando sono andato a Strasburgo avevo l’idea di distruggere l’Europa, oggi dico che questa Europa non va bene ma serve. Volerla distruggere è una visione retrograda.
E allora a cosa serve l’Europa?
Chi vuole annientarla non ha capito che l’Ue significa anche opportunità. Ad esempio, tutti i fondi che arrivano dalla Comunità europea non esisterebbero altrimenti. La difesa dei confini è invece una discussione aperta che muove sentimenti contrastanti. Di fronte a un Macron che vuole mandare i nostri giovani a combattere in Ucraina non sono d’accordo; eppure, dico che l’Europa deve occuparsi dei propri confini e non solo dando milioni ad Erdogan. L’Ue non si è mai interessata al Mediterraneo, alla vicinanza con le coste del nord Africa. Non c’è una politica comune e quella dei due pesi e due misure non va bene. Sui confini siamo abbandonati a noi stessi e quando Matteo Salvini è riuscito a bloccarli è stato fermato.
In Europa la Lega dovrà fare scelte difficili, stretta tra le forze di estrema destra. Con chi vi alleerete?
Lo diremo ad elezioni concluse.
Almeno ci dica con chi non vi alleerete.
Con chi ha sostenuto le politiche della von der Layen.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
