Il centrosinistra dice no al ricordo di Navalny in aula, poi va alla fiaccolata

È un momentaccio per la coalizione di centrosinistra seduta nel Consiglio comunale di Brescia. Sembra avere perso il tocco: non tanto quello amministrativo, quanto quello delle dinamiche (e delle tattiche) d’Aula.
L’ultimo capitombolo ha sortito un epilogo politico al confine del paradossale ed è questo: Fratelli d’Italia, Civica Rolfi, Lega e Forza Italia hanno votato a favore della commemorazione (tradotto: un minuto di silenzio in Aula e l’eventuale organizzazione di una fiaccolata) in ricordo di Alexei Navalny, l’oppositore di Putin morto il 16 febbraio. Tutti i consiglieri del centrosinistra composto da Pd, Civica Castelletti, Al lavoro con Brescia, Brescia Attiva e Brescia Capitale hanno bocciato la richiesta formalizzata dal centrodestra (esclusi gli assenti dall’Aula in quel momento, ossia la sindaca, Roberto Cammarata, Pietro Ghetti, Raisa Labaran e Iyas Ashkar). Azione ha invece scelto di astenersi, in evidente imbarazzo visto che il partito era promotore della fiaccolata andata in scena di lì a poco, alle 19 per la precisione. Un momento al quale peraltro hanno partecipato tutte le forze politiche, sospendendo per un’ora proprio il Consiglio comunale.
Allora come mai stroncare la proposta del minuto di silenzio? Perché quella proposta, in Aula, «non doveva essere discussa, tanto meno votata, è stato un errore istituzionale farlo» (errore imputato, apertamente ma fuori dall’Aula, al presidente del Consiglio comunale Roberto Rossini). Una giornataccia, insomma. Fatta di mugugni, volti scuri, sfoghi privati.
La giornata
Il meteo di Palazzo Loggia promette subito una perturbazione lunga sull’asse opposizione-maggioranza. La guerriglia del centrodestra parte in medias res sul caso Navalny e ad esplicitare la proposta di commemorazione è Paolo Fontana (Forza Italia). La vicenda ha però un antefatto: l’idea era già stata presentata attraverso una lettera recapitata al presidente del Consiglio municipale martedì. Rossini la respinge, spiegando in conferenza capigruppo che «il profilo finora tenuto considera solo le persone che abbiano avuto un rapporto diretto e significativo con la città, onorandola della loro azione. Questo non escluderà che si possa valutare il ricordo anche di altre persone» (versione, questa, contestata: «Abbiamo giustamente ricordato Giulia Cecchettin, mai stata a Brescia» ribatte Fontana). Fatto sta che quando l’opposizione chiede di intervenire sull’ordine dei lavori e di votare la proposta, Rossini – tra urla e proteste che richiamano al rispetto del regolamento e qualche scambio ermetico poco cordiale rimpallato tra i due schieramenti «vergognosi!», «penosi!», «imbarazzanti!» e via così – mette il tema ai voti. Tanto basta per il patatrac. «Dopo la spaccatura della sinistra sul voto alla mozione contro l’antisemitismo, registriamo un’altra preoccupante posizione ufficiale della nostra città in materia di politica internazionale – è la versione del centrodestra –. Il sindaco è ormai sotto scacco di una sinistra estrema che fa andare Brescia nella direzione opposta rispetto al resto d’Europa».
Le accuse
La maggioranza parla per voce degli altri due Roberto del Pd, il capogruppo Omodei – evidentemente scocciato dall’ennesima «baraonda procedurale» – il segretario cittadino Cammarata: «Spiace che il centrodestra usi il ricordo di Navalny per imbastire una triste e speciosa polemica. Stravagante la richiesta che sia il Consiglio ad organizzare una fiaccolata: siano le forze politiche a farlo». Succede poi nei parapiglia che uno dei contendenti accusi l’altro e che l’altro accusi invece il suo leader. E così, nella dialettica politica, è stato: «Sarebbe più opportuno che la destra spendesse parole più chiare di condanna al regime totalitario di Putin, che la Lega, per bocca del suo leader, avrebbe volentieri scambiato con Mattarella. Noi, oggi come ieri, stiamo con chi si oppone a Putin». E in effetti la riprova arriva qualche ora più tardi, quando il dibattito viene sospeso per la fiaccolata. «Il punto non è il merito: siamo a favore del ricordo di Navalny, ma non doveva essere votato nulla in Aula» ribadiscono i dem tra i corridoi, dove non ci si limita ad alzare gli occhi al cielo. Più di qualcuno è andato a verificare la procedura per sfiduciare il presidente: «Serve una maggioranza qualificata, impossibile senza l’apporto delle opposizioni».
Azione: «Tanto rumore per nulla»
Dopo la commemorazione in piazza Rovetta, arriva il supporto di Azione: «Tanto rumore per nulla. La fiaccolata ha visto l’unanime adesione delle forze politiche. Una manifestazione programmata che spegne sul nascere ogni polemica». Non proprio, per la verità. La seduta, ieri, è iniziata tra le urla ed è finita tra le urla. Con l’opposizione che, dopo il sì alla Fondazione Campus edilizia, voleva affrontare l’ordine del giorno sui lavoratori dell’Iveco e la maggioranza che ha lasciato l’Aula.
Nel mezzo (e fino alla fine) il j’accuse a Rossini che non ha chiuso ufficialmente la seduta: «Non è stato verificato il numero legale, ha un atteggiamento vergognoso» sono le parole di Simona Bordonali. Le ultime, prima dello stop allo streaming.
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