Gero Neugebauer: «Merz può riportare la Germania al centro dell’Ue»

Stefano Vastano
Secondo il politologo, il futuro cancelliere spingerà per una politica più decisa e polarizzante: la prima intervista del viaggio «Germania anno zero
Friedrich Merz - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Friedrich Merz - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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È Gero Neugebauer la prima voce di un ideale viaggio in tre tappe nella nuova Germania di Friedrich Merz che racconteremo dalle pagine del nostro giornale per altrettanti lunedì. Gero Neugebauer (nato il 23 agosto 1941 a Zirke/Warthe ) è un politologo tedesco ed ex ricercatore associato presso l’Istituto Otto Suhr della Freie Univertat di Berlino. Uno dei focus principali del lavoro di Neugebauer è la ricerca sui partiti nella Repubblica Federale Tedesca. È considerato un esperto dello sviluppo politico della Spd, soprattutto negli stati federali della Germania orientale.

Gero Neugebauer
Gero Neugebauer

«La sua sarà una politica più decisa per la Germania, e in ogni caso polarizzante», dice, per iniziare a spiegarci le posizioni del nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz. Che, a quanto pare, vuole riportare la Repubblica federale al centro dello scacchiere politico europeo.

Partiamo con una domanda semplice e personale: chi è Friedrich Merz?

Il futuro cancelliere è prima di tutto un milionario, anche se lui continua a dire di appartenere al ceto medio. Ha un carattere molto impulsivo e sono note le sue frasi spigolose e taglienti. Merz non ha alcuna esperienza di governo, ma ne ha molta dei mercati finanziari internazionali avendo lavorato per anni per BlackRock.

Sarà un Kanzler quindi con uno stile diverso dalla accomodante Merkel…

Merz è un avvocato ed è cresciuto sotto Helmut Kohl. Ha avuto conflitti con Merkel perché lui ha una visione tradizionale della Cdu e della famiglia. Merkel era una scienziata, era modesta e pragmatica; sui valori diceva di sentirsi a volte cristiana, altre liberale. Merz è invece un conservatore, con un’idea molto elevata di sé stesso. E qui potrebbero sorgere conflitti con il suo partner della Csu.

Intende con Markus Söder, il premier bavarese?

Alle elezioni del 23 febbraio, l’Unione di Cdu e Csu ha ottenuto circa il 30 per cento dei voti, restando al di sotto delle aspettative. Solo che il narcisismo di Markus Söder, presidente della Csu, è superiore a quello di Merz, e ciò potrebbe intralciare gli ambiziosi piani del futuro Kanzler.

Ma Merz ha i numeri per risolvere i problemi più urgenti della Germania, e cioè l’economia in crisi e la tematica dei migranti?

Merz ha esordito con un piano da 500 miliardi da investire in infrastrutture e difesa. E dunque con una posizione più flessibile sui debiti e rigore nella spesa pubblica. Certo, una manovra del genere richiede una modifica della Costituzione e il sostegno dei due terzi del Bundestag. A differenza dello stile così soporifero di Merkel, Merz esordisce quindi con un progetto capace di polarizzare la società, ma anche di trainare la Germania oltre la sua crisi politica.

Il maxi fondo da 500 miliardi ha bisogno del sostegno non solo del Parlamento, ma anche della Spd. Funzionerà la nuova Grosse Koalition fra Cdu e Spd?

Nell’era Merkel i due partiti erano ancora dei classici «partiti popolari» ma, dopo il collasso al 15 per cento alle politiche, la Spd ha perso questo statuto. La Spd è all’osso ed entra ora in un’alleanza con la Cdu come debole partner di minoranza. Il che darà a Merz più forza e spazio di manovra.

Già, ma alle elezioni la Afd ha riscosso un eclatante 20 per cento. La Repubblica federale ha decisamente virato a destra?

Sì, la società e il sistema politico in Germania si sta spostando a destra. O peggio, se fino all’era Merkel, la Germania era bilanciata al centro, oggi con l’emergere di Afd e Die Linke, la sinistra estrema, registriamo un netto spostamento ai margini. Eravamo abituati a pensare all’Afd come un piccolo partito di protesta, forte specie all’est del Paese. E in parte è così, anche a causa della storia nella ex-Ddr. Importante rilevare come Afd raccolga più voti proprio nelle regioni dove ci sono meno migranti, e dove le ansie delle persone sono più gravi.

È la ricetta di ogni partito populista che parla, come tutti i sovranisti in Europa, alle paure e ai pregiudizi della gente…

Esatto, Afd parla direttamente alla «pancia» dell’elettore e ne fomenta le fobie, suggerendo al ceto medio o ai meno abbienti che i migranti gli ruberanno l’identità, il lavoro o la rete dei servizi sociali. Un partito che si è specializzato nell’incrementare risentimenti e rabbia, a spargere fake news e non certo nell’analisi dei fatti storici. Una ricetta che a quanto pare funziona in Europa come negli Usa di Trump.

Quali sono allora i punti centrali su cui Merz insisterà per provare a sgonfiare i successi della Afd?

Il tema Sicherheit, la «sicurezza» sarà il motivo centrale del governo di Merz. Più sicurezza all’interno della società tedesca, e quindi riforma della politica migratoria. Più sicurezza economica ed investimenti per rilanciare l’industria tedesca. E più sicurezza in politica della difesa, con una nuova strategia degli armamenti nella Ue e in difesa dell’Ucraina, e un più stretto coordinamento con Francia, Inghilterra e Polonia. È questo che Merz intende quando dice che l’Europa ha bisogno di più «indipendenza dagli Usa». Una politica che potrebbe riportare la Germania al centro dell’Ue.

Le prossime due interviste per comprendere la situazione tedesca saranno il 17 marzo con Hajo Schumacher, sociologo e biografo della Merkel. Quindi ultimo appuntamento della mini-serie, il 24 marzo, un dialoco con lo scrittore Peter Schneider.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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