Politica

Fondi pubblici, il limbo dei Comuni medi: cosa dicono i sindaci bresciani

Il parere dei sindaci di Desenzano, Lonato, Bovezzo, Bagnolo Mella e Rovato sulla difficoltà di accesso ai fondi per i Comuni di medie dimensioni
I sindaci dei Comuni di medie dimensioni denunciano le difficoltà di accesso a fondi e bandi © www.giornaledibrescia.it
I sindaci dei Comuni di medie dimensioni denunciano le difficoltà di accesso a fondi e bandi © www.giornaledibrescia.it
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I Comuni di medie dimensioni, come Rezzato o Leno, denunciano l’esclusione dai bandi pubblici: troppo grandi per i fondi ai piccoli borghi, troppo piccoli per competere coi grandi centri. Senza una rete forte, faticano ad accedere alle risorse del Pnrr. Chiedono politiche su misura e servizi gestiti in rete. 

Ecco cosa ne pensano in proposito i sindaci di cinque paesi della provincia.

Guido Marlinverno (Desenzano): «Il problema è se si superano i 30mila abitanti»

Il sindaco di Desenzano, Guido Malinverno © www.giornaledibrescia.it
Il sindaco di Desenzano, Guido Malinverno © www.giornaledibrescia.it

Nessuna lamentela, nessun malumore. A Desenzano, l’idea che i Comuni medi siano in qualche maniera penalizzati non trova riscontri. «Non ho mai percepito particolari difficoltà – osserva il sindaco Guido Malinverno –. Non c’è un trattamento svantaggioso per Comuni come il nostro. Anzi, sono i Comuni più piccoli che, per poter accedere alle opportunità di cui noi possiamo godere da soli, devono unirsi».

Con quasi 30mila residenti e una macchina amministrativa strutturata, Desenzano ha intercettato negli ultimi anni finanziamenti consistenti: dal Pnrr alla rigenerazione urbana, dai bandi regionali alla digitalizzazione. «Abbiamo partecipato con successo a diversi progetti – conferma il sindaco –. Il problema, semmai, si pone quando si cresce troppo».

Superare i 30mila abitanti, secondo Malinverno, comporterebbe un aumento della complessità. «Lì cominciano a farsi sentire maggiori difficoltà gestionali, un peso burocratico più alto, una macchina più articolata da sostenere. Restare nella fascia in cui ci troviamo ci permette ancora una certa agilità».

Desenzano non si sente schiacciata tra piccoli e grandi: ha dimensioni e struttura sufficienti per partecipare ai bandi. «Ma chi è più piccolo di noi – osserva il sindaco – può incontrare ostacoli seri, soprattutto nella gestione. La sfida vera è avere le risorse umane per sostenere il percorso tecnico».

Tiziano Belotti (Rovato): «Serve lavorare insieme»

Il sindaco di Rovato, Tiziano Belotti © www.giornaledibrescia.it
Il sindaco di Rovato, Tiziano Belotti © www.giornaledibrescia.it

(Daniele Piacentini) «I soldi non sono l’unico problema. Sono fondamentali, ma a servire davvero sono il coraggio e la visione, la capacità di fare rete e di fare sistema tra realtà di media dimensione. La Franciacorta, al riguardo, ha tutto per fare da esempio». Tiziano Belotti, sindaco di Rovato, cerca di allargare lo sguardo rispetto alla diatriba tra Comuni piccoli e di media dimensione. Rovato, al riguardo, è un esempio della crescita demografica dell’ultimo secolo: è passato da circa 13mila residenti (censimento Istat del 2001) a sfiorare, a fine 2024, quota 20mila.

«Siamo una cittadina – aggiunge il sindaco – ma le risorse non vanno di pari passo. Il tema è strutturale: ricordo il peso dei trasferimenti statali trent’anni fa, quando ero consigliere comunale. Oggi parliamo di briciole. Bisogna però dire che interventi come quelli del Pnrr hanno dato una bella mano, almeno per chi, come noi, ha avuto la capacità di spenderli. Certo, le scelte a monte lasciano perplessi: ci sono Comuni, spesso molto piccoli, che hanno rifatto le scuole, ma visto l’andamento demografico, quanti bambini ci andranno? I fondi hanno escluso alcune esigenze oggi fondamentali per comunità più grandi. Noi, per esempio, abbiamo già pronto il progetto per costruire un grande teatro, a disposizione di tutta la Franciacorta, una struttura che manca sul territorio, ma il Pnrr non consente progetti di questo genere. Come sempre, bisogna fare da soli: le energie e le intelligenze, pubbliche e imprenditoriali, non ci mancano. Bisogna però ragionare su scala più ampia, oltre i limiti dei singoli Comuni. Se si hanno idee e gambe buone, i soldi si possono trovare».

Roberto Tardani (Lonato): «I bandi spesso sono pensati per realtà più grandi»

Il sindaco di Lonato, Roberto Tardani © www.giornaledibrescia.it
Il sindaco di Lonato, Roberto Tardani © www.giornaledibrescia.it

(Alice Scalfi) Per il nuovo centro sportivo, Lonato ha scelto la via del mutuo. Il primo lotto dell’opera – due campi da calcio, tribune, opere di urbanizzazione e spogliatoi – sarà finanziato dal Comune con oltre 5,7 milioni di euro. Non per mancanza di bandi, ma perché i criteri previsti non erano alla portata. «In questo caso – spiega il sindaco Roberto Tardani – i fondi erano pensati per realtà più grandi. E lì, sì, qualche difficoltà l’abbiamo avuta». Un episodio concreto che illumina una questione più ampia. I bandi ci sono, ma l’accesso può diventare complicato se non addirittura impossibile.

Lonato, con i suoi 17mila abitanti, è in quella fascia intermedia che non gode di corsie preferenziali e deve contare soprattutto sulla propria capacità tecnica. «Di recente abbiamo ottenuto 300mila euro dal Gal GardaValsabbia e altri 200mila da altri canali, le opportunità non mancano nemmeno per noi e riusciamo a coglierle – sottolinea Tardani –. Ma quando il progetto è complesso, servono tempi, risorse, competenze. E i requisiti spesso sono tarati su realtà con ben altra struttura, come nel caso del nostro centro sportivo».

Il problema non è solo economico. Riguarda l’organizzazione interna, la gestione delle scadenze, la capacità di redigere progetti competitivi. Spesso, in assenza di un sostegno esterno, il rischio è di restare tagliati fuori già in partenza. Esattamente come avviene per i Comuni più piccoli. Nessuna protesta, da parte del primo cittadino: «Non ci sentiamo penalizzati», ma mancano le forze.

Marco Trementini (Bagnolo Mella): «Contributi sempre più difficili da reperire»

Il sindaco di Bagnolo Mella, Marco Trementini © www.giornaledibrescia.it
Il sindaco di Bagnolo Mella, Marco Trementini © www.giornaledibrescia.it

(Alessandra Portesani) «Le scuole di Bagnolo Mella sono state riqualificate grazie a finanziamenti pubblici di stato e regione, così come altre opere finanziate nel corso del tempo. Oggi, invece, per noi medi comuni lo spiraglio per poter realizzare opere pubbliche è sempre più travagliato». A parlare é l’assessore ai Lavori pubblici e Urbanistica Marco Trementini, che lamenta la mancanza di bandi strutturati per comuni sopra i 10mila abitanti.

Bagnolo Mella, proprio grazie a fondi pubblici ha riqualificato il patrimonio di edifici scolastici. La Giunta Godizzi infatti per la ristrutturazione delle scuole elementari di via XXVI Aprile sta garantendo il rispetto di tutti gli step necessari per ricevere il contributo della Regione («Spazio alla scuola») di oltre 10 milioni di euro e un milione è arrivato da Lombardia e Gse per la scuola di viale Stazione. In passato, è stato possibile realizzare il nuovo asilo in via Nenni, quasi 3 milioni arrivati dal Ministero dell’Istruzione. «Contributi che sono sempre più difficilmente reperibili – continua Trementini –. È sotto gli occhi di tutti che i bandi di finanziamento sono rivolti in gran parte o ai comuni di piccole dimensioni o alle grandi città e quando vengono pubblicati bandi che ci possono interessare le risorse stanziate sono decisamente insufficienti per coprire i fabbisogni dei territori». Un vuoto che il Comune lamenta. «Finora non siamo stati discriminati – conclude il sindaco Stefano Godizzi –. Per il futuro speriamo di poter contare su bandi che mettano a disposizione maggiori risorse».

Antonio Bazzani (Bovezzo): «Risorse risicate»

Antonio Bazzani, assessore ai Lavori pubblici di Bovezzo © www.giornaledibrescia.it
Antonio Bazzani, assessore ai Lavori pubblici di Bovezzo © www.giornaledibrescia.it

(Barbara Fenotti) Nel panorama dei finanziamenti pubblici i Comuni di medie dimensioni faticano a trovare spazio. È d’accordo anche Antonio Bazzani, assessore ai Lavori pubblici di Bovezzo, centro di 7.300 abitanti. «Certo serve la capacità di andare a prendere le risorse, partecipare con un progetto adeguato e avere una struttura pronta a livello di uffici – afferma –. Ma non basta. Spesso i bandi sono dedicati ai piccoli Comuni, lasciando fuori quelli che, pur non essendo grandi, non rientrano nei requisiti». Un gap che non risparmia, appunto, Bovezzo.

«Noi qualcosina riusciamo quasi sempre a ottenerla, soprattutto per quanto riguarda l’edilizia scolastica – precisa l’assessore –. Stiamo chiudendo proprio in questo periodo un intervento da 400mila euro per la sistemazione del tetto di una delle nostre scuole». Ma, come capita spessissimo in ogni Comune, i lavori da fare sono tanti e le risorse risicate. «Da tempo tra le nostre priorità c’è l’adeguamento antisismico degli edifici scolastici – spiega l’assessore –:  essendo stati costruiti tra gli anni ‘60 e ‘80 ce n’è davvero bisogno. E non disponiamo ancora delle risorse necessarie». Denaro che Bovezzo, non avendo né una specifica vocazione turistica né un tessuto produttivo molto esteso, il più delle volte deve rimediare candidandosi ai bandi (o accendendo mutui). «I nostri introiti sono basici: non siamo turistici né industrializzati – spiega, appunto, l’assessore –. Perciò facciamo i salti mortali per portare a casa risorse grazie anche al lavoro dei nostri uffici, oltre che di noi amministratori». Pur comprendendo le difficoltà dei Comuni più piccoli, Bazzani osserva che «se ci fossero bandi dedicati anche ai Comuni di media fascia non sarebbe male».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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