Sicurezza, scontro sul Daspo nella maggioranza in Loggia

Fino a un certo punto, tutto sommato, il confronto stava anche per filare liscio. Ma sul finale è capitato un gran trambusto: qualche schermaglia, qualche reazione e qualche infuriata. Insomma, quello che era nato come il vertice politico definitivo e pacificatore ha subìto una metamorfosi in patatrac. Il risultato è questo: chi era graniticamente contrario (il dem Andrea Curcio, Valentina Gastaldi di Bs Attiva e Francesco Catalano di Al lavoro con Bs) è rimasto contrario, chi era indeciso ma speranzoso di poter dire la sua per portare a casa una mediazione è uscito dalla stanza infuriato (da Raisa Labaran a Iyas Ashkar della Civica Castelletti fino ad Arshad Mehmood di Bs Capitale, tutti critici), e chi era a favore dal principio se n’è andato altrettanto stizzito per non avere messo a segno lo scacco matto.
Il daspo urbano ha (di nuovo) messo in subbuglio il centrosinistra: l’occasione stavolta è stata la riunione di ieri sera sul Regolamento di polizia urbana. Vertice che si è chiuso con un nuovo «arrivederci».
Alla conta
Gli scontenti hanno chiesto più coraggio alla Giunta. A partire dal colpo di spugna ad alcune delle misure introdotte dalla Giunta Paroli, giudicato troppo blando (al centro la caduta dei divieti di consumare bevande sulle aree pubbliche e di giocare nelle piazze). L’intesa c’è sulle regole comuni a tutte le zone per la movida.
Ma lo scontro cruciale resta l’introduzione del daspo urbano. Nel merito, la proposta presentata prevede che potrà essere applicato nei parchi e giardini pubblici, nelle zone circostanti alle scuole, attorno alla stazione ferroviaria con un perimetro «large» (dal cavalcavia Kennedy alla Camera del lavoro, inclusa via XX Settembre), al Carmine. E fin qui, al netto dei tre consiglieri contrari, tutti d’accordo. I mal di pancia sono diventati però quattro quando si è toccato il tasto via Milano: l’idea di applicare l’esilio lì e non, ad esempio, in piazzale Arnaldo, ha lasciato a Raisa Labaran (e non solo) un sottofondo amaro di discriminazione. Tre ore di discussione dopo, si è chiusa con una posizione insieme categorica e di mediazione: la misura resta (in particolare nel tratto da via Trivellini a via Chiusure), ma non si esclude la possibilità di accogliere una raccomandazione nella quale, per via Milano, si sancisce una verifica della situazione a intervento di riqualificazione ultimato. Tradotto: una volta portato a termine il disegno di «Oltre la strada», si potrà valutare l’esonero di quella zona.
Lo scontro
Perché, allora, la porta si è chiusa con un «arrivederci» e con i musi lunghi? Secondo le ricostruzioni, il parapiglia nasce da un intervento della sindaca, che ha accusato Curcio di essere ideologico. Il consigliere dem a quel punto avrebbe ribattuto che la verità è che questo provvedimento «non piace né convince fino in fondo nessuno, bisogna essere onesti intellettualmente per ammetterlo». Una frase che ha fatto balzare sulla sedia Marco Fenaroli, fino a fargli alzare la voce, respingendo un’accusa che ha sentito rivolta a se stesso. Insomma, un caos e neppure troppo calmo.
Epilogo: il dossier verrà rifinito ulteriormente su due fronti. Il primo: alleggerire ancora di più il ventaglio di misure che porta il timbro di Rolfi (ex titolare della delega alla Sicurezza). Il secondo: rafforzare ulteriormente il capitolo servizi sociali, secondo alcuni «al momento quasi inesistente». Fatto questo, ogni gruppo andrà alla conta, verificando su quanti consensi il centrosinistra potrà infine contare. E, a ieri sera, lo scenario non promette benissimo.
La strategia politica che potrebbe salvare la tenuta della maggioranza, isolando la frattura al solo daspo, è sul tavolo e si chiama voto per parti separate. In sostanza, in Aula potrebbe essere approvato ogni provvedimento singolarmente, così da mettere al sicuro il verdetto sul Regolamento complessivo.
Le tempistiche
Il percorso adesso è serrato: oltre all’approvazione, oggi, del dossier definitivo da parte della Giunta, lunedì 22 luglio ci sarà la riunione del Pd in preparazione al Consiglio comunale, mentre martedì 23 luglio il testo sarà sul tavolo della Commissione Sicurezza, che si riunirà in seduta unica, visto che il voto definitivo a Palazzo Loggia è calendarizzato per venerdì 26.
Come si arriverà, politicamente parlando, in Aula? Quello sulla sicurezza è un fronte sul quale un’intersezione tra centrosinistra e centrodestra assai difficilmente potrà realizzarsi. E lo sanno bene entrambi gli schieramenti, perché è l’emblema non solo di due visioni di città opposte, ma proprio di due cifre politiche divergenti: il metodo con il quale si vuole contrastare un’insicurezza percepita o reale è diametralmente opposto, come lo è la qualificazione di quali siano le situazioni di insicurezza.
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