Brescia, la maggioranza in conclave per 3 ore: la raccolta del verde sarà «revisionata»

Il provvedimento sarà emendato in Aula il 25 ma ancora non si è deciso che cosa verrà modificato
Palazzo Loggia, sede del Comune di Brescia - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it
Palazzo Loggia, sede del Comune di Brescia - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Hanno fatto un mea culpa gli assessori (sì, la sindaca Laura Castelletti c’era). E hanno aperto la porta a modifiche (per ora non meglio precisate). Ma sul modello (alias: la tariffa puntuale) hanno mantenuto la barra politica ferma e se qualcuno non è convinto (spoiler: qualcuno non lo è), pazienza: «era scritto nelle linee di mandato approvate», punto.

Le luci a Palazzo Bianchini, ieri sera, sono rimaste accese per oltre tre ore: dentro, il vertice straordinario di maggioranza nato come confronto politico sul daspo urbano e ribattezzato in fretta e furia come «chiarimento» chiesto dai consiglieri a Giunta e sindaca sulla delibera presentata giovedì scorso e passata alla gogna della Commissione di lunedì.

Tema: l’avvio (inciampato in un rosario di perplessità espresse pubblicamente dalla stessa maggioranza) della tariffa puntuale e del porta a porta per la raccolta del verde. Una misura di fatto apostrofata (anche durante il conclave) come abborracciata e che proprio oggi sarà di nuovo al centro del dibattito in Commissione.

Voto al buio

Quale l’epilogo? Messaggio ai cittadini residenti nel capoluogo: tutto quello che finora è stato comunicato finisce nella casella del «forse». Cioè? Non è chiaro (letteralmente) a nessuno per il momento. In sostanza i cittadini devono mettere in stand-by tutte le informazioni relative all’affaire sfalci, perché una delle variabili annunciate potrebbe cambiare. Alcune modifiche alla misura in sostanza ci saranno, ma su quali saranno effettivamente (se una diminuzione dei prezzi, se un numero x di conferimenti gratuiti, se una premialità per chi sceglie di portare i rifiuti all’isola ecologica: tutte opzioni citate e proposte ieri) resta una settimana di mistero.

Il dato pratico è che oggi la Commissione congiunta Bilancio ed Ecologia voterà comunque il testo originario (quello, per intenderci, che prevede un costo di 6,50 euro per ogni esposizione del bidoncino da 240 litri e di 5,50 euro per quello da 120 litri).

Ma con l’impegno politico a revisionare in parte il piano. Operazione che, concretamente, avverrà a suon di emendamenti durante il Consiglio comunale di lunedì 25 marzo. Questo perché la richiesta di posticipare il voto sul provvedimento è stata scartata per garantire il pagamento della Tari in quattro rate anziché tre.

Lo scenario

Il dato politico è una vittoria dei consiglieri, che hanno di fatto ricordato alla Giunta di non voler essere relegati al ruolo di «schiaccia bottoni». Specie perché su questi temi a rispondere sui territori, nei quartieri, sono (anche) direttamente loro.

E i documenti prima di dire «sì» li vogliono leggere. Un terreno d’incontro (il mea culpa, appunto) su questo fronte c’è stato: si scoprirà poi in Aula (o nei giorni immediatamente precedenti) se nel merito resterà solo una vittoria di Pirro o se ne sarà valsa la pena.

Fatto sta che le perplessità restano. Fabio Capra le ha risnocciolate tutte quante (non a caso qualcuno descrive parte della riunione come un «Capra show») ed è innegabile che un crocchio di consiglieri non siano così convinti che la tariffa puntuale per Brescia sia la strada migliore. La sindaca però è stata inamovibile: si possono apportare dei correttivi alla misura specifica, ma su questo percorso non ci sarà alcuna retromarcia, la delibera non sarà mai ritirata.

D’altro canto, i consiglieri (da Roberto Cammarata a Mirco Biasutti, da Roberto Omodei a Laura Giuffredi) hanno fatto capire che un passo per mitigare il malcontento popolare va compiuto. A prescindere dalla «fretta della Giunta».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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