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Un rifugio in memoria di due giovani vite spezzate: come arrivarci

Nel cuore del Brenta una cappella ricorda Mario Piovanelli e Luisa Madella, alpinisti bresciani, uniti dalla passione per la montagna, che persero la vita sul Cervino. Un'escursione che diventa memoria
Dalla tragedia di due fidanzati, Mario Piovanelli e Luisa Madella, un presidio di preghiera e pace
Dalla tragedia di due fidanzati, Mario Piovanelli e Luisa Madella, un presidio di preghiera e pace
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Sono trascorsi settant’anni dalla posa della prima pietra della cappella della Madonna delle Rocce al rifugio Brentei. Nel contesto generale di tutti i gruppi delle Dolomiti, questa piccola e semplice costruzione nel cuore del Brenta racchiude un forte significato simbolico e paesaggistico, e forse non tutti sanno che la sua presenza si riconduce ad un’iniziativa partita dalla nostra provincia.

La vicenda

Il 12 agosto 1953 due giovani fidanzati scalatori iscritti alla sezione di Brescia dell’Unione Operaia Escursionisti Italiani, Mario Piovanelli e Luisa Madella, persero la vita sul Cervino.

L’eco della tragedia generò negli amici e associazioni il desiderio di costruire qualcosa che potesse mantenere il loro ricordo, e in molti si mossero rispondendo al seguente appello: «Questo altare sorgerà con le sottoscrizioni degli appassionati della montagna a rappresentare il simbolo della fratellanza nel nome dei caduti per la comune passione, mentre darà dimostrazione, in terra trentina, della solidarietà degli alpinisti bresciani».

Al cospetto del Crozzon di Brenta e della Cima Tosa il 6 luglio 1955 don Giuseppe Bonomini benedisse la posa della prima pietra.

La cappella accoglie oggi diverse lapidi e immagini anche di escursionisti e alpinisti bresciani caduti in montagna, e sceglierla come meta può accrescere la consapevolezza di un cammino che diventa gesto di preghiera e di memoria.

Come raggiungerla

L’escursione ha inizio in località Vallesinella a Madonna di Campiglio, dove a seconda degli orari si può arrivare al parcheggio in auto o in navetta. La prima parte della salita tra pietre e radici è piuttosto faticosa e segue le indicazioni per il rifugio Casinei. Oltre questo cala la copertura arborea e sale la prossimità alle pareti dolomitiche affacciate sulla Val Brenta.

Arrivati nella valletta del Fridolin si lascia a sinistra il percorso per il rifugio Tuckett e si avanza superando una serie di saliscendi che presentano qualche tratto esposto e attrezzato con corrimano. Lo spettacolare itinerario dedicato ad Arnaldo Bogani percorre poi un tratto in galleria e attraversa un canale, oltre il quale si lancia lo sguardo verso gli Sfulmini. Il rifugio Brentei è a breve distanza e la cappella, già in vista dal sentiero, si trova pochi minuti oltre il rifugio.

Scheda tecnica

Partenza: Vallesinella di Madonna di Campiglio, metri 1519

Arrivo: rifugio Brentei, metri 2174

Dislivello: 655 metri

Tempo di percorrenza: 3h (solo andata)

Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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