Rifugi di montagna, stagione al via: ecco la mappa delle strutture bresciane
La conquista del silenzio, il piacere di compagnie inaspettate e dell’isolamento reso confortevole dagli uomini nell’abbraccio dalla montagna. Una notte trascorsa in un rifugio alpino regala queste e altre emozioni, e proprio in questi giorni l’esperienza diventa possibile per molte persone, dato che per viverla sono sufficienti buone gambe, voglia di libertà e una piccola dose di adattamento.
Punto di arrivo e di ripartenza
Anche sull’arco alpino e prealpino della provincia di Brescia le strutture ricettive in quota stanno infatti aprendo i loro servizi a tutti i frequentatori della montagna. La riapertura segna il momento in cui si può quindi disporre di approdi funzionali e organizzati come mete per escursioni giornaliere, ma anche per programmare pernottamenti per affrontare riposati, la mattina successiva, vie di arrampicata o ascensioni alpinistiche per le quali partire molto presto, o ancora per effettuare la percorrenza di lunghi itinerari a tappe, dal Sentiero delle Tre Valli Bresciane all’Alta Via dell’Adamello. Un rifugio quindi può rappresentare indistintamente un punto di arrivo e di ripartenza.
Una prima panoramica sulle strutture esistenti si può ottenere visionando il sito dell’Associazione Rifugi di Lombardia, che dal 1999 svolge attività di tutela e valorizzazione dei rifugi, e congiuntamente si occupa di diffondere modalità di fruizione corrette degli ambienti di montagna.
Oltre quaranta sono le strutture bresciane associate, alle quali se ne aggiunge un’altra decina che fa capo ad altre realtà. La loro distribuzione attuale copre tutte le zone della Valle Camonica e buona parte delle sue valli laterali, e consolida le presenze esistenti da anni sul territorio sebino, in Valle Trompia, in Valle Sabbia e sui monti del Garda.
Se a questi si aggiungono alcuni rifugi presenti appena al di là della linea di confine tra la nostra e altre province limitrofe (dal Passo Gavia alla Lobbia Alta, per citarne alcuni), nei quali tuttavia anche i bresciani trovano da sempre punti di appoggio strategici, si arriva a circa 60 strutture. Quelle che i lettori trovano nella mappa interattiva che proponiamo in questa stessa pagina e che deriva dalla sintesi di dati raccolti tra Regione Lombardia e Associazione Rifugi di Lombardia.
Le tipologie
La tipologia delle strutture è differenziata. Alcune sono limitrofe a percorsi stradali, ma la maggior parte richiede approcci a piedi lungo itinerari di diversa lunghezza che talvolta si possono affrontare anche con la mountain bike.
Pur conservando l’immagine di luogo di approdo rassicurante e spartano, negli ultimi decenni, e soprattutto negli anni più recenti, i rifugi hanno visto evolvere significativamente verso l’alto la tipologia e la qualità dei servizi e delle proposte destinate agli ospiti, e oggi i gestori si fanno promotori anche dell’organizzazione di momenti musicali, incontri culturali e degustazioni.
Alcuni edifici a disposizione dei frequentatori della montagna sul territorio bresciano rappresentano, mediante gli interventi architettonici e strutturali realizzati, l’evoluzione delle funzioni originarie legate a periodi bellici o allo svolgimento di attività lavorative. Il percorso della storia, e l’intreccio tra gli uomini e la natura, sono la prima ricompensa che si riceve varcando la porta di un rifugio e immergendosi negli spazi che lo circondano.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia