Val d’Adige, sul Monte Cimo c’è una nuova salita sul Sass de Mesdì

Sono passati quasi quarant’anni dalla prima salita di una delle vie di maggiore richiamo alpinistico tracciate sulle pareti della Valle dell’Adige, sulle quali si misurano anche numerosi arrampicatori bresciani.
Correva l’anno 1986 quando Sergio Coltri, nativo di Spiazzi di Monte Baldo, individuò e salì sulle «sue» pareti la celebre e apprezzata «Te lo do io il Verdon», che riproponeva in veste nostrana la qualità estetica e le emozioni che si possono ricavare arrampicando sulle più famose pareti calcaree del canyon francese del Verdon.
L’omaggio
L’omaggio al grande scalatore e valorizzatore di questa zona è arrivato da una cordata composta dal navense Matteo Rivadossi, che assieme a Cristina Oldrati e Beniamino Giori, ha salito nello scorso mese di novembre «Te lo do io il Brentino!».
La spettacolare linea serpeggia sulla discontinua parete a sinistra della mitica «Te lo do io il Verdon», concatenando a sorpresa alcuni tiri di corda da antologia per qualità della scalata e della roccia, che regala una progressione entusiasmante su canne, concrezioni, buchi, gocce e coralli.

La difficoltà segnano il grado 6c+ (6b obbligatorio), con ingaggio ed esposizione da non sottovalutare sui 240 metri di sviluppo complessivo.
Il nome
Rivadossi racconta che il nome della nuova via è arrivato naturalmente, così come la dedica che è stata comunicata a Coltri appena raggiunta la base della parete al termine della salita, in un momento di commozione reciproca condiviso dai tre scalatori e dallo storico apritore.
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