La montagna senza barriere grazie alla carrozzina Joëlette

C’è un mezzo che consente alle persone con disabilità motorie di accedere a diversi contesti ambientali, compresi quelli della montagna. Questo mezzo si chiama Joëlette, ed è rappresentato da una carrozzina dotata di ruota capace di adattarsi a sentieri e a terreni naturali. Il solo limite di utilizzo è rappresentato dai quelli particolarmente accidentati e da quelli caratterizzati da pendenze sostenute.
Una carrozzina nata per amore
La carrozzina ha preso il nome dalla persona che l’ha inventata. Joël Claudel, guida alpina francese, si impegnò nella progettazione del primo modello di questo speciale ausilio a partire del 1987, al fine di poter continuare a garantire la frequentazione della montagna a suo nipote colpito da una grave forma di miopatia. Nel corso degli anni i modelli di carrozzina sono migliorati in termini di maneggevolezza, comfort e peso.

La Joëlette può essere utilizzata per trasportare bambini ma anche persone adulte. Viene condotta da due accompagnatori posti uno davanti e uno dietro. Quello in posizione anteriore ha il ruolo di gestire la trazione della carrozzina mediante un’apposita cinghia, garantisce al mezzo le necessarie posizioni di equilibrio e agevola il superamento degli ostacoli che si presentano lungo il percorso.
L’accompagnatore posto dietro invece, oltre a collaborare al mantenimento dell’equilibrio, deve occuparsi soprattutto della gestione della maniglia del freno, per evitare di sottoporre la carrozzina a brusche trazioni. Eventuali altri accompagnatori possono posizionarsi ai lati del passeggero, che è dotato di dispositivi di sicurezza personali, per fornire ulteriore supporto.
La diffusione in provincia
Oltre al modello monoruota esistono anche quelli a due ruote e quello dotato di motore elettrico di supporto. La versione tradizionale non è particolarmente ingombrante, può essere ripiegata e trasportata nel bagagliaio di un’autovettura, e la sua durata di utilizzo nel corso di un’escursione varia unicamente in funzione della resistenza fisica degli accompagnatori.
L’utilizzo di questo supporto che garantisce la fruizione della montagna anche alle persone con disabilità motorie si sta diffondendo da alcuni anni anche sul territorio della provincia di Brescia, grazie all’impegno di qualche associazione e di alcune sezioni del Club Alpino Italiano.
Tra queste, tra le prime a dedicarsi alla Joëlette e sempre attive in questa forma di dedizione all’accompagnamento in montagna, si segnalano quella di Gavardo, Lumezzane e Nave. Altre sono in corso.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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