Il fascino dell’alto Sebino e dei suoi percorsi

È un microcosmo da scoprire, l’alto Sebino, solcato da mulattiere, sterrati e sentieri d’altri tempi in un’atmosfera magica. C’è l’anello naturalistico del Monte Cala, percorso di due ore con partenza da Lovere; c’è il sentiero dei Caprioli da Volpino, lungo tre ore e mezza.
E ancora: il sentiero dei Colli (5 ore e mezzo da Fonteno) e il sentiero del rifugio (sempre a partire da Lovere, per 4 ore).
Ogni percorso escursionistico è ben segnato e non dovrebbe presentare difficoltà di orientamento; tutti i percorsi possono essere infatti considerati facili anche se alcuni brevi tratti sono impervi; occorre comunque sempre fare attenzione se il fondo diventa sdrucciolevole in caso di maltempo.
Muovendosi in ambiente montano è ineludibile la fatica nel dover affrontare salite e discese, in base all’allenamento ed alla resistenza ciascuno potrà regolarsi per godere il beneficio di ogni percorso. L’acqua potabile è reperibile sulla maggior parte dei percorsi, ma si consiglia di partire con la propria idrica dotazione al seguito. Per l’abbigliamento si tenga conto della stagione, ma anche nella stagione estiva è buona cosa disporre di maglione e giacca a vento, oltre che di una mantellina parapioggia o, meglio, di un ombrellino pieghevole.
È utile che le calzature siano costituite da scarponcini da trekking con suola a carrarmato. Si ricorda infine che i sentieri si snodano per la maggior parte all’interno del parco locale di Interesse sovracomunale alto Sebino.
Il parco presenta un’altitudine media del territorio variabile dai 1.879,8 metri sul livello del mare del Monte Pora ai circa 183 (o 185) metri sul livello del mare della superficie del lago d’Iseo (Sebino). La sua collocazione geografica è nel settore prealpino (Valle Camonica-Sebino) più precisamente compreso tra le pendici dell’alto Sebino, il fondovalle dell’Oglio, le pendici della destra idrografica del Fiume Oglio, le valli interne e la dorsale Monte Pora e Monte Alto nonché tra il fondovalle e le pendici della bassa Valle Borlezza.
Il territorio interessato dal parco presenta una mescolanza di ambienti con vocazioni che vanno dal naturale al turistico per giungere ad attività di tipo agro-silvo-pastorale, il tutto in buono stato di equilibrio ecologico e produttivo. Il Parco comprende aree per la maggior parte agricole e boschive. La complessa geografia del locale, a seconda delle particolari situazioni mentre la fauna appare ricca e diversificata. Rappresenta pertanto un territorio ricco di specificità in ogni settore, specificità che non si fermano certo al confine del parco locale ma si raccordano al resto del territorio.
Non va esclusa o valutata negativamente l’azione antropica, soprattutto nei fondovalle, essendo legata all’esigenza di vita della popolazione, ma occorre considerare il parco locale come un’occasione per riequilibrare le situazioni urbanistiche meno positive esistenti e un riferimento per una lettura della situazione ambientale del territorio.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
