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Domani la maratona di New York, tanti i bresciani negli Stati Uniti

Francesca Marmaglio
Sarà nutrito il gruppo di runner della nostra provincia al via della più iconica delle gare podistiche del pianeta
Il Ponte di Verrazzano, uno dei luoghi simbolo della maratona di New York - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Il Ponte di Verrazzano, uno dei luoghi simbolo della maratona di New York - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Era il 13 settembre 1970 quando il rumeno Fred Lebow, con l’amico Vincent Chiappetta, diede vita alla prima Maratona di New York. Domani, quell’intuizione compirà gli anni: si correrà la 53esima edizione di quella che è diventata insieme a quella di Tokyo, Londra, Berlino, Boston e Chicago, una delle sei maratone più importanti del mondo. Anche quest’anno sono attesi alla partenza, come sempre a Staten Island sul Ponte di Verrazzano-Narrows, più di 50mila partecipanti fra professionisti ed amatori.

In mezzo a tutti questi ci saranno, come ormai capita da molti anni, centinaia di bresciani: uomini e donne appassionati di corsa, pronti a vivere una delle esperienze più belle della vita.

Ambasciatori dalla città

Il dottor Gabriele Rosa, medico dello sport - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Il dottor Gabriele Rosa, medico dello sport - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

Non mancherà l’asd Rosa Running Team (società sportiva del dottor Gabriele Rosa, medico dello sport, ma anche grande scopritore di maratoneti e atleti delle lunghe distanze): «Siamo a New York con un centinaio di runner – racconta Mariella Faustinoni vicepresidente di Asd Rosa Running Team e referente per i progetti sociali per il Gruppo Rosa – molti di questi sono bresciani. Si sono allenati forte, hanno fatto sacrifici con levatacce e allenamenti settimanali, ma tutti sono qui per vivere un’esperienza indimenticabile».

Per Maria Luisa Garatti (seconda da destra) la corsa è lotta contro la Sma - © www.giornaledibrescia.it
Per Maria Luisa Garatti (seconda da destra) la corsa è lotta contro la Sma - © www.giornaledibrescia.it

Fra questi anche Maria Luisa Garatti, presidente dell’Associazione «Se Vuoi Puoi» e avvocata affetta dal 2006 dalla Sclerosi Multipla, che ieri sera ha incontrato, accompagnata da Faustinoni, dal parlamentare e consigliere comunale di Brescia Fabrizio Benzoni e dal console italiano Fabrizio Di Michele: «Abbiamo visto insieme il video “Speciale” che racconta la mia prima Bam e la mia prima maratona di New York – spiega Garatti - : il filmato vuole essere da stimolo per chi come me soffre di una malattia. Corro perché la voglia di vivere non ammette scuse. Questo progetto, che abbiamo presentato la scorsa settimana anche alla Camera dei Deputati a Roma, è per dare più visibilità ad una malattia imprevedibile e subdola come la Sclerosi multipla».

Dalla provincia

Altro folto gruppo presente nella Grande Mela sarà la Runners Capriolese: «In totale siamo in quindici, da Sarnico, San Zeno, Cologne, Paratico e naturalmente da Capriolo – dice l’allenatrice Roberta Colombi –. Siamo qui principalmente per partecipare e arrivare al traguardo. Ho corso la maratona di New York nove volte, ma non correrò. Ci sarà Vincenzo Bontempi alla sua decima volta e Eleonora Colombi. Eleonora che torna dopo la sua ultima esperienza nel 2013. È una delle esperienze più belle, io continuo a portare gli atleti perché è meraviglioso».

Il percorso e le emozioni

Si parte quindi dal Ponte di Verrazzano-Narrows, che collega le due isole di Staten Island e Long Island, per poi dirigersi verso Brooklyn e per raggiungere il Pulasky Bridge ed entrare nel Queens a metà del percorso. Di seguito si approda a Manhattan, si corre verso la First Avenue e si attraversa il Willis Avenue Bridge, approdando così nel Bronx. Sulla terraferma si corre per meno di due chilometri, prima di tornare a Manhattan passando sul Madison Avenue Bridge. Lungo la Fifth Avenue si raggiunge infine il traguardo a Central Park.

Lungo tutto il percorso, di 42km e 195 metri che si snoda appunto attraverso tutti i 5 distretti di New York, migliaia di persone pronte ad incitare. Ci sono i bambini che allungano caramelle per aiutare i runners con un po’ di zucchero a resistere alla fatica, ci sono bandierine, festoni, musica: tutti restano appoggiati alle transenne anche 10 ore, per accogliere l’arrivo dell’ultimo corridore, distrutto dalla fatica, ma con un sorriso inarrivabile, quello di chi ha trasformato un sogno in realtà.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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