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Dall’Adamello al Monte Bianco: esplorando il mondo dei ghiacciai

Su questi gruppi montuosi si trovano due delle tre più estese aree glaciali delle Alpi italiane: le affinità e le differenze
Il ghiacciaio del Miage in Val Veny: è del tipo himalayano
Il ghiacciaio del Miage in Val Veny: è del tipo himalayano
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Di bianco in Bianco. L’Università della Montagna di Edolo e l’Esercito Italiano hanno annunciato l’apertura di una collaborazione scientifica sul Monte Bianco nel contesto del progetto «Campi d’Alta Quota 2023», presentato pochi giorni fa in occasione della Giornata Internazionale della Montagna.

Dal candore dei ghiacciai dell’Adamello, a quelli del gruppo che accoglie la vetta più alta delle montagne italiane, si distende una linea che unisce alcuni punti in comune: le attività degli Alpini nel contesto attuale e in quello storico della Guerra Bianca, le grandi avventure alpinistiche nella porzione occidentale e in quella centrale delle Alpi, il richiamo esercitato da questi ambienti su escursionisti, scialpinisti e scalatori.

Adamello e Monte Bianco sono i gruppi montuosi che accolgono due dei tre ghiacciai più estesi delle Alpi Italiane: l’apparato delimitato dai pianori sommitali del Pian di Neve nel primo, e quello del Miage nella Val Veny nel secondo.

Mentre i due massicci presentano affinità di carattere naturalistico, geologico e geomorfologico, questi due ghiacciai, che condividono la sontuosità dei paesaggi alpini nei quali sono inseriti, si differenziano per vari aspetti tutti interessanti da scoprire. Sarà speso bene il tempo dedicato ad approfondirne la conoscenza e a programmare, per la prossima stagione estiva, un’escursione in quota tra Valle Camonica e Valle d’Aosta.

Quello dell’Adamello si configura come un ghiacciaio di altopiano con lingue radiali, caso raro per le Alpi lombarde e italiane più in generale. È un apparato glaciale unitario, caratterizzato da alcune colate che occupavano le porzioni superiori delle valli Adamè, Miller e Salarno sul territorio bresciano, e della Val Genova su quello trentino. La sua alimentazione avviene esclusivamente per precipitazioni nevose dirette, e tale caratteristica lo qualifica come un importante indicatore delle variazioni climatiche in corso.

Il ghiacciaio del Miage viene invece definito di tipo «himalayano», si presenta come una lingua che scende a valle tra alte pareti rocciose con bacini collettori a monte, e la sua alimentazione avviene in prevalenza per apporti di valanga. La sua osservazione in sicurezza è facilitata dalla presenza del Sentiero Balcone e dal percorso escursionistico di fondovalle. Un’altra sua caratteristica è quella di essere il più esteso ghiacciaio «nero» delle Alpi, con superficie coperta da detrito. Nero sul Bianco, per disegnare spettacoli alpini.

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