Blumone, la «via dei bagossi» è ora in sicurezza e risplende di gloria

Le vie degli alpinisti, traiettorie umane e percorsi di memoria si sono intrecciati e hanno composto pochi giorni fa una nuova storia sulle pareti del Blumone.
I bagossi e il Cornone di Blumone si stringono in un legame che affonda nel tempo le sue solide radici. Questa imponente montagna è da sempre un punto di riferimento paesaggistico e affettivo per tutti gli abitanti di Bagolino, e svetta facilmente riconoscibile nella porzione più meridionale del gruppo dell’Adamello. In questa zona molti bagossi hanno acquisito familiarità con i sentieri, sulle piste del Gaver hanno imparato ad utilizzare gli sci da discesa e quelli da fondo, e qualcuno si è lasciato ammaliare anche dal richiamo delle sue pareti dedicandosi all’apertura o alla ripetizione di alcune vie di arrampicata.
39 anni fa
Negli anni Ottanta Paolo Pecosta e Michele Foglio condivisero una bella amicizia e la comune passione per l’arrampicata, che li vide impegnati su diverse pareti delle Alpi. Dei due componenti di questa cordata il primo arrivò a Bagolino da Feltre per svolgere il ruolo di guardia forestale. La richiesta inoltrata al Corpo Forestale dello Stato giunse direttamente dallo Sci Club locale, e si estendeva anche al profilo di una figura esperta di sci nordico per avviare alla pratica di questo sport i giovani del paese.
Paolo Pescosta rivelò un tratto umano impresso ancora oggi nella memoria di chi l’ha conosciuto. A Bagolino trovò moglie e trascorse una lunga permanenza proficua nello svolgimento di tutti i compiti assegnati. Aggiunse inoltre anche l’impegno nel Soccorso Alpino, dove si distinse per la ricerca dei sepolti da valanga con il supporto del cane Laila che addestrò personalmente.
Il 30 agosto 1986 Pescosta e Foglio tracciarono in maniera avventurosa, con la scarsità delle attrezzature a disposizione, una nuova via sul versante sud dello sperone ovest del Blumone, uscendo direttamente in vetta a pochi metri dalla croce sommitale. «Fu Paolo a intuire quella linea elegante che non era ancora stata percorsa, e a conclusione della nostra impegnativa salita decidemmo di chiamarla Via dei Bagossi in onore del rapporto speciale che ci legava a quella montagna».

La via sistemata
A distanza di quasi quarant’anni da quella salita Michele Foglio è diventato l’amministratore delegato di Acqua Maniva, l’amico Paolo Pescosta è deceduto nel 2003, e il tracciato della Via dei Bagossi manifesta inevitabili segni del tempo.
Il Circolo Rocciatori Ugolini di Brescia è impegnato in un progetto di riqualificazione di alcune vie alpinistiche. Anche la Via dei Bagossi merita l’attenzione degli esperti scalatori, che informano Michele Foglio della loro intenzione e ricevono per questo un immediato plauso.
Non si è voluto intervenire per sminuire l’avventura, né per rendere per forza sicuro ciò che per sua natura non lo è, ma piuttosto per rinnovare la percorribilità di un itinerario che, in ragione del tempo e della chiodatura vetusta o anche pericolosa, rischiava di cadere nel dimenticatoio.
L’intervento

Nella seconda metà di luglio Claudio Inselvini, Stefano Salvi, Ralf Steinhilber e Alessandro Patrizi hanno salito e sono intervenuti sul percorso in maniera leggera per accrescere la sicurezza dei futuri salitori, ma senza far perdere alla Via dei Bagossi la sua connotazione avventurosa. Fissare nuovi chiodi e scrostare il lichene dalla placca della memoria rende più vivo il ricordo di Paolo Pescosta.
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