Amelia Elena Modiga, l’«alpinista sognatrice» salirà sul monte Elbrus

Ruggero Bontempi
Ha iniziato a scalare dopo una maternità incompiuta: andrà a 5.642 metri per consegnare il suo dolore alla montagna ma anche per lanciare un messaggio di condivisione
Amelia Elena Modiga - © www.giornaledibrescia.it
Amelia Elena Modiga - © www.giornaledibrescia.it
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L’alta montagna con i suoi ghiacciai, e i grandi spazi di bellezza e di libertà ai quali consegnare il doloroso pensiero di una maternità incompiuta.

È una storia particolare quella di Amelia Elena Modiga, 45 anni, nata in Romania ma da oltre vent’anni cittadina italiana e residente a Brescia, per sua definizione alpinista sognatrice.

Passo dopo passo

Il suo incontro con la montagna avviene in modo casuale. Mossa dal desiderio di mantenersi in forma alcuni anni addietro Amelia si dedica alla camminata su percorsi urbani o limitrofi alla città, avendo come orizzonte più lontano quello della Maddalena.

Nel 2022, prossima a partire per attraversare un deserto roccioso, decide di cambiare improvvisamente meta per aderire alla proposta organizzata da una guida alpina valdostana di trascorrere sei giorni in montagna. L’obiettivo finale raggiunto è stato quello di salire fino alla capanna Margherita nel gruppo del Monte Rosa, che dall’alto dei suoi 4.554 metri di quota rappresenta il rifugio più alto d’Europa.

Mete ambiziose

Posare per la prima volta i piedi su un ghiacciaio fu per lei un’esperienza indimenticabile. Così forte da rilanciare verso mete più ambiziose, colte anche questa volta da uno spunto casuale.

Un documentario televisivo sul Monte Elbrus (5.642 metri) fa scattare subito l’attrattiva per la cima più alta del Caucaso, inserita nel gruppo delle Seven Summits del pianeta.

Questa volta però la spedizione racchiude un valore che va oltre quello della cima. «Mi sono sottoposta per alcuni anni a trattamenti di procreazione medicalmente assistita», racconta Amelia, «ma nonostante questo non ho ottenuto la possibilità di avere dei figli. Questa cima, con l’immagine dei suoi ghiacciai che mi hanno colpito per la loro bellezza, diventerà il luogo al quale consegnare il pensiero delle gravidanze che non sono mai arrivate».

Positività della vita

Un viaggio programmato a partire da un’esperienza personale quindi, ma dedicato anche a tutte le donne che si trovano nella stessa dolorosa condizione: «Conosco la situazione che si vive per una maternità desiderata che non è giunta a compimento. Il messaggio di condivisione che voglio lanciare con il mio tentativo di salita sull’Elbrus è diretto a chi porta con sé questo dolore, e vuole comunicare, anche nelle circostanze dolorose, la positività della vita, della quale la montagna e l’alpinismo mi hanno resa più consapevole».

La spedizione partirà nelle prossime settimane. Con Amelia Elena Modiga affronteranno la salita altri tre compagni con i quali sta condividendo il percorso di preparazione atletica. Verso la cima si snoderà un’altra tappa di un itinerario di amicizia, fiducia e insegnamenti reciproci: «Davanti al candore di quei ghiacciai saluterò i bambini che non ho mai avuto».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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