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L’acero di monte, il gigante elegante dei boschi italiani

Diffuso tra i 400 e i 1900 metri, è l’acero europeo più imponente. Presente anche nel Bresciano con esemplari monumentali, si distingue per portamento maestoso, foglie spettacolari e legno pregiato
Il sicomoro (ma non quel sicomoro). Il nome è lo stesso, ma non si tratta della pianta citata nel Vangelo
Il sicomoro (ma non quel sicomoro). Il nome è lo stesso, ma non si tratta della pianta citata nel Vangelo
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Sulle pendici scoscese e sui versanti montani con substrato roccioso fratturato, e addirittura sulle colate di detrito dove sono presenti numerosi blocchi instabili, gli escursionisti possono riscontrare con sorpresa la presenza di un albero che è in grado di abbarbicarsi saldamente a questi terreni grazie al suo esteso apparato radicale.

Questa pianta è l’acero di monte, una latifoglia caratterizzata da notevole longevità e tra le più nobili tra quelle presenti nei boschi di tutte le regioni italiane, a partire da quote di circa 400 metri e fino a 1900 metri, accompagnandosi in montagna anche al faggio e all’abete rosso.

Un albero tenace dalle radici profonde

Il suo portamento arboreo e le sue dimensioni mettono in evidenza l’acero di monte come il più grande acero europeo, dato che non di rado raggiunge e supera l’altezza di trenta metri.

La sua diffusione è ampia anche su tutto il territorio bresciano, dove la specie presenta alcuni esemplari monumentali.

Il fusto di questa pianta è cilindrico e la sua chioma, piramidale nei primi anni, diventa progressivamente sempre più larga, espansa e compatta, con rami ascendenti piuttosto grossi e non particolarmente numerosi. Per tali motivi di ordine estetico viene utilizzato anche come pianta ornamentale in forma singola o in filari, in grandi giardini e parchi.

Il portamento elegante è accompagnato anche dal dono apprezzato dell’ombra nel corso della stagione estiva, e dalla colorazione delle foglie in autunno, periodo in cui iniziano ad assumere sfumature giallo intenso e talvolta arancione.

Identikit di una specie nobile

È identificato dalla sistematica come «Acer pseudoplatanus». Il nome composto della specie («pseúdos», cioè falso) indica la possibilità di confonderlo con il platano (da «platýs» che significa ampio), sia per la forma delle sue foglie, sia per le caratteristiche della corteccia che a partire da trent’anni di età iniziano a desquamarsi in placche.

Acero bianco e sicomoro sono due altri nomi che si utilizzano per identificare l’acero di monte, ma nel caso del secondo non va confuso con la robusta specie di fico che rimanda all’incontro tra Gesù e Zaccheo citata nel vangelo di Luca.

I fiori sono di colore giallastro e verdastro con cinque petali, mentre i frutti sono rappresentati da caratteristiche samare doppie ad ala allungata, disposte tra loro in modo arcuato e formanti un angolo di circa novanta gradi.

L’acero di monte viene utilizzato per interventi di forestazione, e il suo legno pregiato per la costruzione di mobili.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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