Sfogliami la vita

Roberta e Roberto vivono nello stesso comune, hanno pochi anni di differenza e – sono sicura si sia notato – lo stesso nome. Di vista si conoscono da sempre e, visto che entrambi hanno una spiccata propensione a riempire il tempo libero con attività che li spingono fuori da casa, finisce che si trovano iscritti allo stesso corso di teatro.
Sono entrambi due esseri sociali, ma con modalità profondamente differenti: Roberta ha la chiacchiera facile e Roberto ama stare in mezzo alle persone, ma usa pochissime parole. Una sera Roberta arriva in anticipo e si mette su una sedia a leggere un libro. È un titolo particolare (e molto toccante). Si tratta de «L’ultima lezione. La vita spiegata da un uomo che muore» di Randy Pausch con Jeffry Zaslow (BUR, 2009, traduzione di Carrozzo, Chiapponi, Coratelli). Roberto ne è incuriosito e ne parlano. Alla lezione successiva, Roberta glielo presta.
Roberto impiega mesi per leggerlo e, a ogni lezione del corso di teatro si presenta sempre più imbarazzato per il ritardo che sente di accumulare. Roberta lo tranquillizza: ciascuno ha i propri tempi di lettura e il contenuto di quel testo può chiedere lunghe pause per essere metabolizzato, lei non ha fretta di riaverlo e per di più si diverte ad assistere, settimana dopo settimana, all’arrivo di lui sempre più contrito. La data dello spettacolo di fine corso si sta avvicinando e le prove si fanno più intense. È alla penultima che Roberto arriva con il libro finito, ma lo restituisce solo quando la prova è conclusa.
A casa, Roberta toglie il libro dalla borsa e si rende conto che è diverso: è più voluminoso. Controlla e scopre che è pieno di post-it. Quasi a ogni pagina, Roberto ha annotato le proprie riflessioni sulle parole dell’autore e sulla sua vicenda, per unire la propria storia alla sua, in una vera e propria lettera confidenziale a Roberta. Lei si immerge nella lettura di quella scrittura sottile e aguzza e, finito di leggere i bigliettini gialli, sente come se avessero percorso un tratto di vita insieme e le sembra di conoscerlo da sempre. Ha il suo numero e potrebbe comunque prenderlo dalla chat comune, ma non lo chiama e nemmeno gli scrive.
Arriva però un pochino in anticipo alla prova successiva e gli chiede di prestarle, al prossimo incontro, quello per lo spettacolo, il libro che a lui è stato più caro. Lo scambio avviene e Roberta si prende tutto il tempo che le serve per restituire la cortesia di pensieri, considerazioni, ponti di parole e balzi di pensieri. Glielo restituisce una sera di tarda primavera, in un bar. Roberto si prende il tempo per assorbire le parole di lei.
Come va a finire lo sapete: ancora oggi sono una coppia con una media di poche parole, ma solo perché lei ne dice tante e lui quasi nessuna. Lui continua a scriverle nelle molte lettere che non hanno smesso di mandarsi. Non mi hanno voluto dire quale fosse il libro prestato da lui a lei, altrimenti vi avrei suggerito anche quello. È sempre bene avere dei buoni consigli di lettura: possono portare molto lontano.
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