L’opportunità Mercosur tra i dazi e le guerre

L’ultimo vertice europeo del 2025 ha visto, tra altri rinvii, quello sulla ratifica, da parte dell’Ue, dell’accordo per il trattato di libero scambio con il Mercosur. È così saltata la missione di Ursula von der Leyen e di Antonio Costa in Brasile, dove erano attesi dal presidente Lula e dagli omologhi di Argentina, Paraguay e Uruguay. Già prima del vertice di Bruxelles le acque erano mosse, per via della esplicita richiesta di Macron di soprassedere. Con lui già si trovavano allineati Ungheria, Polonia, Austria, Irlanda. Da ultimo Macron ha trovato l’appoggio di Giorgia Meloni. È così scattata la minoranza di blocco necessaria per fermare il voto. I più convinti sostenitori dell’accordo sono Germania, Spagna e i Paesi nordici.
Se ne riparlerà a gennaio. Il motivo del rinvio risiede nella necessità di mettere a punto clausole di salvaguardia, volte a tutelare alcuni settori del mondo agricolo, in particolare gli allevatori.
Se l’accordo venisse finalizzato, Ue e Mercosur formerebbero un’area di 720 milioni di consumatori. Nettamente la più grande di quelle sinora costituite dalla politica commerciale europea. Non si tratta di sola agricoltura, ma anche di prodotti industriali. Non implica una liberalizzazione tout court degli scambi, ma una progressiva riduzione dei dazi reciproci, da ultimare nell’arco di un decennio per il 90 per cento dei prodotti dei due settori. Complessivamente, secondo le stime della Commissione europea, le imprese dell’Ue realizzerebbero risparmi, per via dei dazi decrescenti, di circa quattro miliardi annui.
Ancora, le imprese europee avrebbero libero accesso al mercato degli appalti, in condizioni di parità con le imprese locali. Quello della realizzazione di opere pubbliche è un mercato molto vasto e in continua espansione nelle economie del Mercosur, stimato attualmente attorno ai 60 miliardi di euro annui. Di questi una metà in Brasile ed un altro 25 per cento in Argentina. Paesi con i quali l’Italia ha profondi legami economici. Anche il settore minerario è contemplato. Il capitolo sulle terre rare ne riflette l’importanza strategica crescente per gli sviluppi di tante tecnologie. L’Europa verrebbe, in tal modo, a garantirsi un accesso privilegiato, rendendosi indipendente, o riducendo la dipendenza dalla Cina.
Le preoccupazioni europee, quelle in definitiva da cui dipende la posizione dei governi nazionali, sono concentrate nel settore agricolo. Tuttavia, una sua parte guarda con favore all’accordo, come quelli del vino e caseari. Qui il vantaggio sarebbe duplice. Alla progressiva sparizione dei dazi, si aggiungerebbe infatti la tutela dei marchi e delle denominazioni. Il nocciolo duro della contestazione proviene da settori quali le carni bovine, il pollame e lo zucchero, ampiamente protetti sia in termini di dazi/quote sia in termini di sussidi della politica agricola comune. Per esempio, l’Ue applica un dazio di 98 euro per tonnellata di zucchero di canna importata. I produttori di carne bovina ricevono annualmente circa cinque miliardi come pagamenti diretti.
Di questi, almeno due si dirigono verso l’Esagono. In complesso la Francia è beneficiata con nove miliardi di euro dalla politica agricola comune. Ciò spiega le esitazioni di Macron e la sua attenzione alle clausole di salvaguardia. Già ora, tuttavia, il trattato prevede limiti alle importazioni duty-free, nella misura dell’uno per cento del mercato complessivo Ue.
Ma quali sarebbero le opportunità per le imprese italiane? Oltre ai settori sopra menzionati (costruzioni, enologico, caseario), tanta industria meccanica si avvantaggerebbe per i minori dazi. La guerra della Russia, i dazi di Trump, hanno posto fine al trentennio di globalizzazione iniziato con gli accordi di Marrakesh del 1995. Ora si tratta di costruire un globalismo interregionale, tale da mantenere il più possibile del sistema liberoscambista. L’accordo Ue-Mercosur è una grande opportunità.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Economia & Lavoro
Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.
