Mozambico al voto per la continuità

Il 9 ottobre, il Mozambico, Paese dell’Africa meridionale, andrà alle elezioni. Diciassette milioni di cittadini voteranno per il presidente, il Parlamento e le autorità provinciali. Assieme a loro anche 330mila mozambicani in diaspora. L’attuale capo di Stato, Filipe Nyusi, 64 anni, è al secondo mandato (2015 e 2019), e non potrà ricandidarsi.

Strano, ma vero, questa volta un leader africano rispetterà la Costituzione, anche se suo malgrado. E questo perché il Frelimo (Fronte di Liberazione del Mozambico), partito al governo dall’indipendenza del Portogallo nel 1975, è molto diviso al suo interno fra i grandi leader che perciò non permetterebbero mai a uno di loro di cambiare la Costituzione per restare presidente a vita. Scoppierebbe una guerra interna. Il candidato espresso è, dunque, Daniel Francisco Chapo, docente di diritto costituzionale, attuale governatore di Inhambane, provincia del sud; 47 anni, è il primo a entrare nella storia come candidato presidenziale nato dopo l’indipendenza, si pone quindi come la nuova generazione.

Sente no teu coração a emoção do nosso encontro de ontem, no campo de Futebol na Machava Bedene, na Província de Maputo.

Foi momento único em que encerramos, em festa, a Campanha Eleitoral e celebramos a nossa União, que vai levar Moçambique para a frente!#MoçambiqueParaFrente… pic.twitter.com/UGpa3C8w6q

— FRELIMO Moçambique (@FRELIMO_) October 7, 2024

Dalla sua parte ha il fatto di essere estraneo alle lotte interne del partito, pertanto di avere pochissimi nemici. Il suo primo compito sarà proprio quello di ricompattare il Frelimo. Visto che il cambiamento non può avvenire dalle opposizioni, ben vengano degli outsider che cerchino di rinnovare dall’interno la struttura dittatoriale. Inoltre, da una parte c’è da contrastare il gruppo terroristico al-Shabaab, che opera nella provincia settentrionale del Cabo Delgado, dove ci sono i giacimenti di gas e, dall’altra, cercare di far ritrovare la fiducia ai giovani, che costituiscono oltre la metà della popolazione, e pertanto la loro partecipazione politica è essenziale. Privi di prospettive di lavoro, stanno cominciando a farsi sentire.

Fuoriuscito dalla Renamo (Resistenza Nazionale Mozambicana), il più grande partito di opposizione, ha coagulato attorno a sé molti consensi Venâncio Mondlane, sostenuto dalla Coalizione dell’Alleanza Democratica (Cad), che riunisce nove formazioni politiche. Ingegnere, funzionario di banca e brillante commentatore televisivo, figura molto popolare proprio fra i giovani, in particolare quelli che aderiscono a «Geração 18 marzo-Generazione 18 marzo», movimento rivoluzionario sorto dopo la morte del trentottenne Edson da Luz, detto Azagaia, il rapper più famoso di tutta l’Africa lusofona.

Whoever wins Mozambique's presidential election on Wednesday will face an economy battered by worsening cyclones, insecurity, delays to planned gas projects and high levels of debt.https://t.co/MAc9LMgTo9 pic.twitter.com/XDN8QqMCFT

— Times LIVE (@TimesLIVE) October 8, 2024

Fu ritrovato senza vita il 9 marzo 2023 nella sua abitazione nell’area di Maputo, ufficialmente per un attacco epilettico. Noto per le sue posizioni anti-governative e per le denunce dello stato di prostrazione in cui vive la maggior parte della popolazione mozambicana, era stato più volte minacciato da agenti del regime. Poco convinti della versione, i giovani sono scesi in piazza al grido di «Povo no Poder», dalla canzone omonima del loro ispiratore, e la polizia ha risposto con la repressione.

Gli altri candidati sono Luther Simango, leader del Movimento Democratico del Mozambico (Mdm) e Ossufo Momade, segretario uscente della Renamo. Uomo che non ha nessuna speranza di sbaragliare Chapo. «Come far concorrere un ronzino contro un purosangue», dicono i giovani del partito, che si aspettavano un nome nuovo, ma «i “vecchi volponi” hanno fatto quadrato su Ossufo, il che ha abbattuto le speranze. Non si parlava d’altro, anche nei mezzi di trasporto si sentiva lo sconforto generale».

Daniel Chapo, Mozambique's frontrunner in the upcoming presidential election, says he favors talks to end an Islamic State-backed insurgency that’s delayed planned LNG export projects in the country https://t.co/oVoYD2u0bJ pic.twitter.com/DzJmqH1lQn

— Bloomberg Africa (@BloombergAfrica) October 4, 2024

Negli ultimi dieci anni, il Mozambico ha registrato un prodotto interno lordo stagnante, nonostante le entrate derivanti dalle risorse naturali. La corruzione ad alto livello ha danneggiato l’economia. In particolare, si sentono ancora gli effetti di «tuna bond», una mega-truffa che, negli anni 2013-2014, mise in ginocchio le casse dello Stato.