Le giornate rischiano di essere più dei giorni

In Parlamento molte richieste per date riservate ai temi più svariati
Per indire una giornata nazionale serve l'approvazione delle due Camere - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Per indire una giornata nazionale serve l'approvazione delle due Camere - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Finirà che avremo più giornate che giorni. Monta l’ondata delle richieste per indire giornate nazionali o mondiali da dedicare a questo o quello. E l’Italia non fa eccezione. Anzi. L’ultima richiesta è stata presentata a Montecitorio il 29 luglio e si aggiunge alla coda di una settantina di proposte che dovranno essere prese in considerazione alla ripresa delle attività parlamentari.

Sì, perché nel nostro Paese una «giornata» per essere ufficialmente proclamata dev’essere deliberata dalle Camere, quindi con voto solenne. Fu deciso proprio per porre un limite al fenomeno, ma a quanto pare non basta. Le «giornate» sono già talmente numerose che neppure gli onniscienti browser di Internet riescono a tenerne nota aggiornata. Il più prudente nei conteggi è Google e ne allinea oltre 160 all’anno, fra mondiali e nazionali. A prevalere sono le ricorrenze promosse dall’Onu. E si oscilla tra lo scontato e l’immaginifico.

Alcune sono assai note, come quelle della Terra (22 aprile) o dell’Acqua (22 marzo), o della Salute (7 aprile). Altre sono piuttosto sorprendenti: la giornata del sonno e quella dei risvegli (la proposta è italiana e riguarda la ricerca su chi esce dal coma), e se tutti festeggeremmo volentieri quella della felicità (20 marzo), bisogna pur prendere atto del sentimento opposto, la tristezza, la cui giornata è fissata il terzo lunedì di gennaio, presumendo che quel giorno, solitamente freddo e buio, ben rappresenti lo stato d’animo che si vuole commemorare.

Non mancano gli innamorati, le mamme, i papà e i nonni. Non mancano gli animali: cani e gatti, ma anche balene e tonni, pinguini, tapiri e passeri. C’è anche una Giornata per la migrazione dei pesci, il 21 aprile. Come era facile immaginare, non tutte le ricorrenze sono equamente distribuite lungo il periodo dell’anno. La stagione più scarsa è quella invernale: quattordici a dicembre, dieci a gennaio, tredici a febbraio.

Anche le giornate vanno in ferie, infatti ce ne sono solo dieci a luglio e tredici ad agosto. Poi si riprende in autunno: sedici a settembre, diciassette ad ottobre, ventuno a novembre. È a primavera che sbocciano rigogliose: 28 a marzo, 26 ad aprile, 29 a maggio, 28 a giugno. Ma come dicevamo, queste cifre vanno prese come indicazioni di tendenza e non in termini assoluti, perché un conteggio esaustivo non si riesce a fare. Se questa è la situazione generale, perché mai il nostro Bel Paese dovrebbe fare eccezione, soprattutto convinto com’è di avere molte eccellenze da esibire. Non è un caso che l’ultima proposta avanzata riguardi la Giornata nazionale del Panettone italiano.

Fra la settantina di richieste presentate in quest’ultima legislatura – ce ne sono in media tre al mese – si va da eventi luttuosi, come la memoria della tragedia di Superga e dei Caduti del Grande Torino, o il ricordo delle vittime dello Stadio Heysel, a episodi tremendi della Seconda guerra mondiale, come la commemorazione degli internati italiani nei lager tedeschi, o del «Genocidio dei Rom», infine a temi sociali quali il «divertimento in sicurezza», la prevenzione veterinaria o le periferie urbane. Si aggiungano quelle che si propone di dedicare ai «giornalisti morti nello svolgimento del loro lavoro» o agli inventori e alla proprietà intellettuale. Queste ultime, probabilmente, verranno accorpate.

Si pensa anche a una giornata per commemorare le vittime di Superga - Foto/Wikipedia
Si pensa anche a una giornata per commemorare le vittime di Superga - Foto/Wikipedia

Che scelte farà il Parlamento? Talvolta la proposta viene colta come occasione per innalzare bandierine da scontro ideologico, altre volte, invece, per trovare intese trasversali e unanimi. Chissà come andrà il dibattito sulla Giornata per la vita nascente? Dietro molte richieste c’è la manina politica. Ad esempio, tra quelle in attesa di esame ce ne sono una trentina della Lega, una ventina di Fratelli d’Italia, una decina di Forza Italia e quasi altrettante dei Cinque stelle.

Se l’idea non è proprio stravagante, si tende ad accoglierla, anche perché generalmente non comporta costi. Verrebbe da pensare che una giornata non si nega a nessuno, come avrebbero detto il Conte di Cavour e Vittorio Emanuele II per un mezzo toscano e la croce di cavaliere.

Il fenomeno ha una dimensione positiva e interessante: l’idea di dedicare una giornata a qualcosa o a qualcuno è testimonianza di cura e condivisione, che meritano di essere incoraggiate in tempi di frammentazione e livore sociale. Si vorrebbe – si spera e si auspica – che un numero crescente di persone si fermi almeno un momento a prestare un’attenzione particolare, per sostenere un progetto o un’idea.

Ma se le proposte diventano a loro volta frammentate, particolari al limite del singolare, eccessive per numero, sarà difficile che possano ottenere l’esito sperato. A prevalere sarà l’autoreferenzialità e ad essere coinvolte e interessate saranno soltanto le persone che già lo sono. Non tutti i giorni possono essere giornate da celebrare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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