Quella silenziosa rete di emozioni capace di mettere in connessione ogni cosa

In un esperimento su due gocce di sangue della stessa persona, sigillate e fatte seccare e conservate in due luoghi lontani (Vienna e Klagenfurt) è accaduto che si siano risvegliate all’unisono quando a una sola di loro venne applicata della soluzione nutritiva. Volkamer, che osservò tale mistero, l’ha definito di entaglement della «materia sottile», una materia invisibile, che attraversa lo spazio portando con sé informazione e coscienza. Una rete silenziosa che pare unire ogni cosa.
Altri esperimenti hanno dimostrato che le nostre emozioni scorrono prima di tutto nel nostro sangue e, solo poi, assumono significato tramite la percezione cerebrale. Inducendo rabbia e frustrazione in alcuni soggetti si è riscontrata una riduzione esponenziale delle IgA, (molecole del nostro sistema immunitario) che risalivano altrettanto velocemente in caso di gioia, gratitudine e affetto.
I nostri pensieri quindi sono strumenti di armonia o disarmonia dentro noi e intorno a noi e il sangue è il fiume in cui scorre tutto ciò che proviamo. Il cuore è a sua volta un potentissimo generatore di energia elettromagnetica, 5.000 volte più potente di quella del cervello. Produce un campo elettromagnetico (detto «toroidale») a forma di doppia ciambella che si espande oltre il nostro corpo per 2,5/3 metri. Questo spiega l’effetto di certe personalità cosiddette «magnetiche» o la repulsione istintiva per altre persone che definiamo «negative».
È stato misurato che quando amiamo il battito accelera, il campo si amplifica, il pensiero d’amore viaggia oltre il corpo toccando distanze impensabili. Tutto obbedisce al principio di risonanza: come i metronomi che si sincronizzano al ritmo del più forte. Un cuore armonico aggancia le onde cerebrali dell’altro portandole al proprio ritmo. Si accordano le menti, si avvicinano le anime. Lo chiamiamo amore, seduzione? Vibrazione condivisa? Ciò che conta è che ogni emozione che abita in noi lascia una traccia, un’onda che si propaga negli spazi che attraversiamo quasi del tutto inconsapevoli.
Percepiamo solo il 5% delle emozioni prodotte dal nostro corpo: il resto vive in una profondità invisibile che raggiunge il nostro cervello che lo rielabora attraverso due sistemi: il «rettile», istintuale (che lavora come fossimo al tempo delle caverne, analizzando gli eventi alla velocità della luce – un milione di bit al secondo – portandoci a prendere decisioni istintive, immediate: combatti, fuggi, aggredisci, divorzia) ed il neocorticale, più lento (un bit al secondo) che ci consente di razionalizzare, discernere, valutare.
La saggezza antica invita non a caso a respirare, contare fino a dieci prima di rispondere alla rabbia. Emozioni profonde, entaglement, risonanza, campi torsionali, un cervello rettile, gli stili di attaccamento materni, le modalità operative familiari interiorizzate, i genitori, i sistemi nei quali interagiamo, la vita, le cose che ci accadono: ma come si fa a non essere indulgenti con noi stessi e con l’altro? Siamo emozione e materia, sangue e luce, entanglement e silenzio. Siamo campi energetici che si toccano, energie che si chiamano, memorie che si cercano. Non ci sono colpe, ci sono nodi da sciogliere. Non ci sono nemici ma persone piene di emozioni sconosciute da comprendere. Una rete silenziosa che unisce ogni cosa. Ogni emozione lascia un’eco nello spazio che attraversiamo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.