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Il «don’t» talk show che tanto piacerebbe a Trump

La Cbs cancella il programma di Stephen Colbert in onda con successo 5 giorni su 7. Il motivo? Il presidente non gradiva
Il presidente Donald Trump - Epa/Tolga Akmen
Il presidente Donald Trump - Epa/Tolga Akmen
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Immaginate se il presidente della Repubblica... no così l’ipotesi è inverosimile, data la limpidezza democratica di Mattarella. Immaginate se, diciamo, un (una) big della politica, oltre forse ad auspicarlo in cuor suo, facesse pressioni affinché La7 cancelli, che so, «Piazza pulita», o «Di martedì», o «In onda», o altro dei talk politici del... Fort Apache non omologo a «Telemeloni» che è La7. E Urbano Cairo obbedisse.

L'insegna del Late Show di Stephen Colbert - Foto Epa/Sarah Yenesel
L'insegna del Late Show di Stephen Colbert - Foto Epa/Sarah Yenesel

Il talk cancellato

Vien da dire: potrebbe forse succedere nell’Italiuzza tremebonda, ma non nella culla della libertà di stampa e dei talk; non negli Usa. E invece la Cbs, prestigiosa emittente radiotv del gruppo Paramount Global fondata nel 1927 a New York, ha nei giorni scorsi annunciato che a scadenza-contratto del conduttore Stephen Colbert verrà cancellato il talk «The Late Show with Stephen Colbert» in onda con successo 5 giorni su 7 in seconda serata. Motivo? Il presidente Trump non gradiva la sua irridente libertà di parola.

La vicenda

Cbs ha spiegato la decisione come «sofferta» e per «ragioni esclusivamente finanziarie», ma il suo ipotetico naso pare abbia ridotto a poca cosa quello di Pinocchio. La chiusura arriva infatti dopo che Paramount ha patteggiato di destinare 16 milioni di dollari alla futura biblioteca (sigh!) presidenziale (1984 di George Orwell ne farà parte?) per chiudere privatamente la causa che Trump minacciava per la – secondo lui – faziosità di un’intervista a Kamala Harris, trasmessa durante la sfida alle presidenziali, in un mitico programma di news della Cbs, «60 Minutes», il cui curatore Bill Owens s’è dimesso.

Il commento 

«Adoro che Colbert sia stato licenziato » – ha commentato col solito garbo il Commander in Chief sul social di sua proprietà Truth, sfogliando la margherita preferita «lo caccio, non lo caccio» –: ha talento inferiore persino ai suoi ascolti» (in realtà 33 candidature Emmy, gli oscar della tv, dal debutto nel 2015), aggiungendo «ho sentito che Jimmy Kimmel (altro noto conduttore di talk, ndr) sarà il prossimo».

Solidarietà dai colleghi

Parecchi colleghi hanno solidarizzato con Colbert: da Dave Letterman (al Late Show dal 1993 a 2015, poi sostituito da Colbert) a Jon Stewart (The Daily Show di Comedy Central), da Jimmy Fallon (The Tonight Show della Nbc) a Seth Meyers (Late Night della Nbc), da Jimmy Kimmel (Jimmy Kimmel Live! della Abc) a John Oliver (Last Week Tonight della Hbo). E Trump? Auspica un nuovo genere-tv: il don’t talk show.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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