Diritto di cronaca e tutela dei minori

È una linea sottile quella che distingue i diritti personali, privati, da quelli pubblici, d’interesse collettivo, compreso quello di cronaca. Un equilibrio che non si ottiene una volta per tutte, bensì va ricercato ogni volta ponendo attenzione, rispettando le regole e sforzandosi di applicarle secondo i principi che le ispirano, in piena coscienza. Ecco perché ben volentieri ospitiamo l’intervento del garante dei Diritti dell’Infanzia e Adolescenza del Comune di Brescia, che afferma – per quanto riguarda i minori – fondamenti sui quali concordiamo pienamente e che costituiscono per tutti noi una bussola nel mare agitato dell’onere della narrazione di quel che accade.
L’intervento
«Se cerchi l’infinito, lo troverai nel sorriso di un bambino. Abbi cura di quel sorriso, è la vita del mondo». (Khalil Gibran)
I bambini sono il bene più prezioso di una comunità perché sono il futuro della società e del mondo, sono coloro i quali hanno tra le mani la possibilità di costruire una convivenza migliore, più umana, più accogliente, più giusta.
«Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo» (Maria Montessori).
Per questo, ed altri motivi, l’infanzia va tutelata, rappresentando un anello fondamentale di una «lunghissima catena che va dal passato al futuro e copre tutta la terra» (Papa Francesco), per questo l’Onu ha voluto la Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Convention on the Rights of the Child - Crc), approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la Legge n. 176. Nella Convenzione sono declinati alcuni diritti irrinunciabili: diritto a giocare, diritto al cibo, diritto di avere una casa, diritto alla salute, diritto all’educazione, il diritto alla vita e ad avere una famiglia, diritto di avere una nazionalità, diritto dei bambini all’uguaglianza, diritto dei bambini di esprimere la propria opinione, diritto dei bambini a non lavorare.
In particolare l’art. 3 declina che: «In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente».
In qualità di Garante dei Diritti dell’Infanzia e Adolescenza del Comune di Brescia, desidero offrire una riflessione in merito all’«interesse superiore del fanciullo che deve essere considerato preminente» estendendo questo interesse anche al campo dell’informazione.
Recenti fatti di cronaca portano a riflettere sul rapporto tra fragilità, tutela e salvaguardia del minore e soprusi subiti così come è altrettanto importante riflettere su ingiustizia e violenza perpetrata a carico della persona vulnerabile e diritto al rispetto dell’intimità, dell’anonimato, o diritto all’oblio come attualmente viene riferito alle notizie che rimbalzano sul web.
L’anonimato non è da intendersi solo come mancata diffusione del nome anagrafico del minore, ma anche come mancato riferimento a dettagli descrittivi di circostanze e luoghi che facilmente possono portare ad individuare il soggetto violato.
Il 5 ottobre 1990, è stato siglato un protocollo d’intesa tra Ordine dei Giornalisti, Federazione Nazionale della Stampa Italiana, e Telefono Azzurro (Carta di Treviso) con l’obiettivo di disciplinare i rapporti tra informazione ed infanzia. La Carta vuole tutelare il diritto di cronaca ma richiama la responsabilità che tutti i mezzi d’informazione hanno nel rispettare pienamente l’identità, la personalità ed i diritti dei minorenni coinvolti in situazioni che possono compromettere un armonioso sviluppo psichico (minori vittime o colpevoli di reati).
Sulla scorta di questa responsabilità dei media, credo sia opportuno richiamare l’informazione al rispetto dell’identità dei bambini oggetto di violenza, soprattutto in considerazione al loro dover essere protetti e sostenuti in un cammino di recupero dai traumi subiti e di guarigione verso una prospettiva di crescita il più serena possibile.
La cronaca si dovrebbe fermare sulla soglia di un futuro che il bambino ha diritto di poter ricostruire senza stigma.
Mauro Ricca - Direttore Medico Presidio Ospedale dei Bambini, Asst Spedali Civili di Brescia
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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