Il centro non è per forza una tavola

Carolina e il fratello Franco sono cresciuti con genitori spinosi, in eterno conflitto tra loro, con turbolenze frequenti e un sottofondo di violenza talmente costante da essere scambiata per normalità
Due fratelli (foto simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
Due fratelli (foto simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
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Carolina ha in una famiglia che, descritta per come apparire, corre il rischio di evocare il set della pubblicità di una merendina o di un primo piatto nazionale. Alcune famiglie sono così e basta, in buona sostanza senza quasi esserne consapevoli.

Altre si dipingono in questa maniera senza nemmeno avvicinarsi al modello. Altre ancora hanno in quell’esito il risultato di un percorso tenacemente voluto. Carolina e i suoi rientrano in questo terzo gruppo. Lei e il fratello Franco sono cresciuti con genitori spinosi, in eterno conflitto tra loro, con turbolenze frequenti e un sottofondo di violenza talmente costante da essere scambiata per normalità.

Il diverso d’età tra fratello e sorella è racconto per cui il maggiore diventa un po’ lo scudo e il compensatore della minore, ma non ha potuto risparmiarle tutto. Prima muore la madre, relativamente giovane, e circa dieci anni dopo è la volta del padre. Passano alcuni anni prima che Franco e Carolina, guardandola da lontano, diano il nome giusto alla loro esperienza di figli. Reagiscono in maniera differente: lui con una ricerca spirituale e lei con un percorso di analisi.

È da una dozzina di anni che hanno ripreso l’equilibrio proprio e reciproco. Nel frattempo, si sono entrambi sposati e sia lui sia lei hanno avuto figli: cugini nati tutti nel secondo decennio del secolo e così assidui da essere poco meno che fratelli. Potreste sospettare che stia per raccontarvi di un Natale da cartolina. No. Non almeno in senso stretto. Infatti, la tavola di Natale sarà deserta.

Ciascuno ha scelto di passare le festività impegnandosi per gli altri. Carolina sarà in una mensa per bisognosi e suo marito rimarrà a casa con i figli per ospitare due vicine di casa che abitano da sole e non hanno (o non vogliono avere) parenti. Franco si è reso disponibile per un turno in un centro operativo mentre la moglie sarà in viaggio con la figlia per raggiungere un suo lontano parente, allettato dopo un impegnativo intervento chirurgico.

Il pensiero di Carolina e di suo fratello è semplicissimo: se ti senti fortunato, allora sei nella condizione giusta per dare a chi ha bisogno di presenza. Un albero con le lucine spese o un presepe in una stanza vuota possono essere un manifesto d’intenzioni natalizie: più che stare dove si è richiesti dalla convenzione, meglio essere dove la necessità chiama. Per aprire i regali e tagliare un panettone con tutti il tempo in qualche modo lo si troverà dopo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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